Chioggia, urta involontariamente 26enne: muore dopo essere stato colpito da un pugno, la rabbia dell’amica

“Dovevano andare solo in pizzeria ed ora mi sento in colpa per aver accettato quell’invito”. L’amica di Paolo Marangon, morto nella tarda serata di lunedì 12 dicembre, non riesce a darsi pace per quanto accaduto in un sabato sera che doveva essere di relax e chiacchiere davanti ad una buona pizza.

Il 67enne Paolo Marangon non ce l’ha fatta, l’uomo era stato colpito a Sottomarina da Andrè Morana

Il 67enne ha battuto violentemente la testa a terra dopo essere stato colpito con un pugno dal 26enne Andrè Morana n via Alga a Sottomarina, a Chioggia, provincia di Venezia. Una banale discussione dopo un urto fortuito sul braccio dell’aggressore mentre scendeva dall’abitazione dell’amica Daniela. “Lui abita a Borgo San Giovanni ma spesso viene a prendermi ma aspetta in strada. Quella sera era salito da me” – ha raccontato a Il Gazzettino precisando che l’aggressore abita in un altro palazzo ma che si ferma spesso a parlare e fumare sugli scalini.

Dopo l’involontario contatto il 26enne ha iniziato a gridare invitando l’uomo a chiedere scusa per quello che aveva fatto. “Ho cercato di placarlo trattenendolo per la giacca e lo stesso ha fatto un altro ragazzo ma ha raggiunto Paolo e gli ha sferrato il pugno. Sono corsa anche io, aveva gli occhi immobili e aperti e perdeva sangue dalla testa. Ho praticato il massaggio cardiaco e chiamato il 118″. Preoccupata per lo stato di alterazione del giovane, la donna ha riferito dell’aggressione solo al pronto soccorso. Paolo Marangon è arrivato all’Ospedale dell’Angelo in condizioni disperate per via di un’emorragia cerebrale. L’uomo non si è più ripreso fino al decesso nella serata di lunedì 12 dicembre.

La disperazione dell’amica: ‘Ho cercato di fermare il ragazzo, poi ho praticato il massaggio cardiaco a Paolo’

“Voglio che il sindaco faccia qualcosa, da anni non si vive più a Sottomarina di Chioggia per la prepotenza di certi soggetti” – ha affermato al donna ancora sotto choc per l’accaduto. “Non si può permettere che la gente venga ammazzata. Chi fa queste cose deve essere punito mentre chi può essere recuperato deve essere mandato in strutture adatte. Non è possibile che non si faccia nulla”.