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8 Gennaio 2025 - 14:27Cecilia Sala è stata liberata dopo 20 giorni di reclusione nel famigerato carcere di Evin, in Iran, in cui si trovano anche i detenuti per reati politici, ed ora è in viaggio verso l’Italia, dove è attesa nel pomeriggio. Il suo arresto risale al 19 dicembre, come venne comunicato dalla Farnesina otto giorni più tardi.
Cecilia Sala è stata liberata dopo 20 giorni di reclusione nel carcere di Evin
“Sto andando a Roma, sono felicissima”. Così Elisabetta Vernoni, madre della giornalista Cecilia Sala, contattata da L’Aria che tira su La7 commenta la liberazione della figlia dal carcere di Evin a Teheran, dove era detenuta dal 19 dicembre scorso. “Cecilia sta tornando. Ho pianto, mi ha detto ‘papà, non piangere, è finito un incubo che è durato tantissimo tempo. Le dirò che sono orgoglioso, che è stata una donna forte, e a proposito di donne forti sicuramente il riferimento a una presidente del Consiglio che è riuscita a mantenere una lucidità, una proattività che io giudico straordinaria. L’incubo è stato indubbiamente alleviato dalla vicinanza del Paese” – così, al Tg1, Renato Sala, padre della giornalista.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso al presidente del Consiglio Giorgia Meloni i complimenti per il ritorno di Cecilia Sala in Italia. Successivamente, ha telefonato alla mamma di Cecilia Sala, che aveva incontrato nei giorni successivi all’arresto.
É il 27 dicembre, infatti, quando il caso della giornalista del Foglio e di Chora Media, che si trovava in Iran dal 12 dicembre con regolare visto giornalistico, diventa di dominio pubblico. Quello stesso giorno l’ambasciatrice d’Italia a Teheran, Paola Amadei, effettua una visita consolare per verificare le condizioni della giornalista, che si trovava in isolamento. Quella visita rappresenta l’inizio di un intenso lavoro del governo italiano, che si spende a ogni livello per la liberazione di Sala, detenuta in un carcere dove torture fisiche e psicologiche e abusi sono all’ordine del giorno.
Il caso della giornalista viene immediatamente collegato dalla stampa italiana a quello di Mohammad Abedini Najafabadi, cittadino iraniano fermato il 16 dicembre – tre giorni quindi prima dell’arresto di Sala a Teheran – all’aeroporto di Malpensa dalla Digos su richiesta degli Stati Uniti che ne vogliono l’estradizione. Abedini, che si trova ancora in carcere in Italia, è accusato di aver contrabbandato componenti di droni a favore dei Guardiani della Rivoluzione. Il 30 dicembre vengono formalizzate le accuse contro Sala. L’Ershad, il ministero della Cultura iraniano che si occupa dei media, spiega genericamente che la giornalista ha violato “le leggi della Repubblica islamica”.
Sergio Mattarella ha telefonato alla madre di Cecilia Sala
La questione, sulla quale i genitori di Sala chiedono il silenzio stampa, assume una dimensione internazionale con il viaggio di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago per incontrare il presidente eletto, Donald Trump. Fonti informate spiegano infatti all’Adnkronos che sarebbe stato proprio il caso di Cecilia Sala “il vero motore” della visita lampo in Florida.
Il 6 gennaio il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghaei, sostiene che l’arresto della giornalista non abbia nulla a che fare con quello di Abedini. Concetto ribadito con ancora più convinzione dalla portavoce del governo iraniano, Fatemeh Mohajerani, la quale durante un punto stampa esclude un nesso tra le due vicende, spiegando che “non è in alcun modo una ritorsione” e auspicando che “la questione della giornalista venga risolta rapidamente”.