Casoli, confessa il delitto della convivente a distanza di 14 mesi davanti alle tre figlie

Il convivente ha ammesso di aver ucciso Michele FaiersIl convivente ha ammesso di aver ucciso Michele Faiers

Nove mesi fa davanti al gip, da poco estradato dall’Inghilterra dove era fuggito, aveva fatto scena muta. A oltre 14 mesi di distanza dal delitto, ha deciso di confessare venerdì 17 gennaio di fronte alle tre figlie della convivente uccisa nel corso del processo davanti alla Corte d’Assise di Lanciano (Chieti).

Michael Dennis Whitbread ha confessato il femminicidio di Michele Faiers davanti ai giudici della Corte d’Assise

Michael Dennis Whitbread, inglese di 75 anni, è imputato per il femminicidio di Michele Faiers, 66 anni, accoltellata a morte il 29 ottobre 2023, nel casolare di contrada Verratti di Casoli dove la coppia viveva. L’uomo – accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza – ha sostenuto di essere stato oggetto di vessazioni verbali e omicidio fisiche da parte della convivente a causa di un episodio accaduto la notte di Capodanno del 2022, a causa del quale, sospettando di essere stata tradita, la donna “era diventata ossessivamente gelosa”. “Avrei voluto non farlo – ha spiegato alla Corte – e chiedo scusa”.

La notte del delitto, secondo il racconto fatto in aula, Whitbread avrebbe preso un coltello dalla cucina per consegnarlo, in camera da letto, alla compagna chiedendole di ucciderlo; poi però è stato lui a usarlo per nove volte ponendo fine alla vita della donna. Il cadavere era stato scoperto solo il primo novembre quando l’imputato era già fuggito in auto in Inghilterra dove venne poi arrestato in casa della figlia Chloe, a Shepshed, nel Devon; quindi fu estradato in Italia nello scorso mese di marzo. In udienza è intervenuto anche il consulente di parte, lo psichiatra forense Raffaele De Leonardis, secondo il quale l’imputato è affetto da disturbo ciclotimico, cioè da sbalzi d’umore accentuati dalla depressione e dall’eccessivo consumo di alcolici.

Le lito, il delitto e la fuga in Inghilterra

Lo stesso psichiatra aveva stabilito che l’uomo aveva un vizio parziale di mente al momento del fatto, con capacità di intendere e di volere grandemente scemata; secondo il perito l’uomo – che aveva tentato il suicidio nel marzo del 2023 – non è pericoloso socialmente e può stare a processo. Il racconto dell’uomo non ha convinto le parti civili, le tre figlie della donna uccisa, alle quali Whitbread ha scritto una lettera di scuse.

“Il punto importante – commenta la loro legale, Nadia Germanà Tascona – è avere avuto questa ammissione di responsabilità non solo dal punto di vista processuale, ma anche personale e umano, visto che era compagno della mamma da tanto tempo. Le scuse non so quanto poter essere utili oggi”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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