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Bayesian, perché è affondato: parla l’ex comandante Stephen Edwards

La barca a vela Bayesan è affondata in rada davanti al porto di Porticello

“Quella notte davanti a Porticiello il Bayesian è affondato perché è andato ‘fuori dai suoi limiti operativi’ ed ha iniziato ad imbarcare acqua, compromettendo la stabilità”. In un lungo intervento su Linkedin, Stephen Edwards – che del veliero affondato in Sicilia il 19 agosto è stato comandante per cinque anni, dal 2015 al 2020, e dunque ne conosce tutti i segreti – prova a ricostruire cosa può essere accaduto.

L’ex comandante su Linkedin: ‘Il Bayesian era fuori dai limiti operativi’

“Che questo sia dovuto ad una tempesta violenta e imprevista, ad errori dell’equipaggio o a un problema tecnico, è ciò che dovranno stabilire gli inquirenti. “E sono sicuro che lo faranno”. Un intervento perché, premette, è stato “bombardato da richieste di informazioni da parte dei giornalisti di tutto il mondo”. Diversi sono i punti che affronta Edwards, dall’albero maestro in alluminio alto 75 metri – “il più alto mai costruito” – ai boccaporti sullo scafo.

Ed è proprio su questi che l’ex comandante dice di avere una certezza: “Il bayesiano aveva solo una porta a scafo, sul lato sinistro di poppa. Poiché era molto vicina alla linea di galleggiamento, veniva usata raramente”. E in ogni caso, “poteva essere aperta solo in condizioni di calma piatta”. Dunque, “al 100% non era aperta di notte”. L’ex comandante fornisce una ricostruzione anche su come il bayesiano abbia potuto imbarcare acqua. “Con un’inclinazione di 45 gradi e i bocchettoni nella sala macchine – o i condotti di ventilazione delle cabine – aperti, allora l’acqua inizierà a entrare nello yacht” – aggiunge.

‘Con un’inclinazione di 45 gradi e i bocchettoni nella sala macchine allora l’acqua inizierà a entrare nello yacht’

“Pertanto a meno che non siano chiusi (cosa che con i sistemi di ventilazione e aria condizionata e il generatore in azione non devono esserlo) il veliero inizierà a imbarcare acqua rapidamente” – spiega Edwards. E una volta che si verifica questa situazione, “l’imbarcazione è in seri guai poiché la stabilità viene rapidamente ridotta o persa”.

Insomma, inclinare la nave a più di 45 gradi durante “il normale stato operativo, potrebbe causare allagamenti e conseguenti perdite, se l’allagamento non può essere controllato”. Alla stabilità è collegato anche il discorso della deriva mobile che, stando a quando sarebbe stato accertato dai sub, era nella posizione alzata. Ma questo non sarebbe stato un errore del comandante, fa capire Edwards. A definire quando tenerla “giù” è infatti il ​​manuale in dotazione al veliero. Nel caso del Bayesiano, “era necessario fosse abbassata quando il veliero utilizzava le vele e/o quando si trovava a oltre 60 miglia dalla costa, indipendentemente dal fatto che si usassero le vele oi motori. In tutti gli altri momenti sarebbe potuta rimanere sollevata” – spiega Edwards.

‘Le circostanze estreme possono verificarsi con pochissimo preavviso e sono difficili da prevedere’

Non c’era, quindi, un obbligo affinché la chiglia rimangiasse giù quando è arrivata la tempesta e il veliero è naufragato. Altro fattore che non va affatto trascurato, sottolinea ancora l’ex comandante è quello delle condizioni meteo: “queste circostanze estreme possono effettivamente verificarsi con pochissimo preavviso”. Ed essendo molto localizzate “sono difficili da prevedere, lasciando un tempo molto breve all’equipaggio per reagire”. Sarà l’inchiesta a rispondere a tutte queste domande. Sicuramente, ne è convinto l’ex comandante, “chi era a bordo sa davvero cosa è successo”.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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