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27 Agosto 2024 - 22:53“Quella notte davanti a Porticiello il Bayesian è affondato perché è andato ‘fuori dai suoi limiti operativi’ ed ha iniziato ad imbarcare acqua, compromettendo la stabilità”. In un lungo intervento su Linkedin, Stephen Edwards – che del veliero affondato in Sicilia il 19 agosto è stato comandante per cinque anni, dal 2015 al 2020, e dunque ne conosce tutti i segreti – prova a ricostruire cosa può essere accaduto.
L’ex comandante su Linkedin: ‘Il Bayesian era fuori dai limiti operativi’
“Che questo sia dovuto ad una tempesta violenta e imprevista, ad errori dell’equipaggio o a un problema tecnico, è ciò che dovranno stabilire gli inquirenti. “E sono sicuro che lo faranno”. Un intervento perché, premette, è stato “bombardato da richieste di informazioni da parte dei giornalisti di tutto il mondo”. Diversi sono i punti che affronta Edwards, dall’albero maestro in alluminio alto 75 metri – “il più alto mai costruito” – ai boccaporti sullo scafo.
Ed è proprio su questi che l’ex comandante dice di avere una certezza: “Il bayesiano aveva solo una porta a scafo, sul lato sinistro di poppa. Poiché era molto vicina alla linea di galleggiamento, veniva usata raramente”. E in ogni caso, “poteva essere aperta solo in condizioni di calma piatta”. Dunque, “al 100% non era aperta di notte”. L’ex comandante fornisce una ricostruzione anche su come il bayesiano abbia potuto imbarcare acqua. “Con un’inclinazione di 45 gradi e i bocchettoni nella sala macchine – o i condotti di ventilazione delle cabine – aperti, allora l’acqua inizierà a entrare nello yacht” – aggiunge.
‘Con un’inclinazione di 45 gradi e i bocchettoni nella sala macchine allora l’acqua inizierà a entrare nello yacht’
“Pertanto a meno che non siano chiusi (cosa che con i sistemi di ventilazione e aria condizionata e il generatore in azione non devono esserlo) il veliero inizierà a imbarcare acqua rapidamente” – spiega Edwards. E una volta che si verifica questa situazione, “l’imbarcazione è in seri guai poiché la stabilità viene rapidamente ridotta o persa”.
Insomma, inclinare la nave a più di 45 gradi durante “il normale stato operativo, potrebbe causare allagamenti e conseguenti perdite, se l’allagamento non può essere controllato”. Alla stabilità è collegato anche il discorso della deriva mobile che, stando a quando sarebbe stato accertato dai sub, era nella posizione alzata. Ma questo non sarebbe stato un errore del comandante, fa capire Edwards. A definire quando tenerla “giù” è infatti il manuale in dotazione al veliero. Nel caso del Bayesiano, “era necessario fosse abbassata quando il veliero utilizzava le vele e/o quando si trovava a oltre 60 miglia dalla costa, indipendentemente dal fatto che si usassero le vele oi motori. In tutti gli altri momenti sarebbe potuta rimanere sollevata” – spiega Edwards.
‘Le circostanze estreme possono verificarsi con pochissimo preavviso e sono difficili da prevedere’
Non c’era, quindi, un obbligo affinché la chiglia rimangiasse giù quando è arrivata la tempesta e il veliero è naufragato. Altro fattore che non va affatto trascurato, sottolinea ancora l’ex comandante è quello delle condizioni meteo: “queste circostanze estreme possono effettivamente verificarsi con pochissimo preavviso”. Ed essendo molto localizzate “sono difficili da prevedere, lasciando un tempo molto breve all’equipaggio per reagire”. Sarà l’inchiesta a rispondere a tutte queste domande. Sicuramente, ne è convinto l’ex comandante, “chi era a bordo sa davvero cosa è successo”.