Bambino di 3 anni morto a Brunico, indagata la madre per omicidio volontario

La Procura di Bolzano ha iscritto la madre al registro degli indagatiLa Procura di Bolzano ha iscritto la madre al registro degli indagati

La procura di Bolzano indaga per omicidio volontario in presenza di maltrattamenti in relazione alla morte di un bambino di 3 anni di Brunico, Muhammad, avvenuta il 26 dicembre scorso all’ospedale di Bolzano. Nella lente di ingrandimento degli inquirenti è finita la madre del piccolo.

Svolta nell’inchiesta per il decesso del piccolo Muhammad a Brunico

Secondo quanto spiega la procura in una nota il 23 dicembre scorso ”il 118 e una pattuglia dell’aliquota Carabinieri di Brunico sono intervenuti per prestare soccorso’ al bimbo le condizioni apparivano ”fin da subito estremamente gravi”. Il bambino è stato trasportato a Bolzano dove il personale medico ha segnalato la presenza di numerosi lividi ed ematomi sul corpo, manifestando dubbi sul fatto che lo stesso sia stato vittima di maltrattamenti e che le gravi lesioni cerebrali riscontrate fossero conseguenza di atti dolosi. Il 26 dicembre il bambino è deceduto.

La procura sottolinea che ”è stato pertanto necessario procedere all’iscrizione nel registro delle notizie di reato di uno dei genitori del bambino, in particolare di quello presente nell’appartamento al momento del fatto, e disporre un accertamento autoptico”.

L’ipotesi dei maltrattamenti, al pronto soccorso per una caduta

L’accertamento si è svolto il 30 dicembre scorso all’ospedale di Bolzano. Non c’è ancora l’esito dell’autopsia. Da una prima e superficiale valutazione non sono emersi elementi a conferma dell’ipotesi investigativa, ma non si possono escludere, allo stato, azioni di natura dolosa. A essere iscritta nel registro degli indagati è la madre di Muhammad.

Secondo quanto riportano le testate altoatesine la donna, che si trovava in casa quando il bambino fu portato in ospedale, aveva detto a carabinieri e sanitari che era caduto, ma i medici avevano riscontrato lividi, ematomi e lesioni cerebrali che sarebbero compatibili con maltrattamenti.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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