Durante la puntata di mercoledì 5 febbraio di Pomeriggio 5, il programma condotto da Myrta Merlino su Canale 5, è stato documentato un grave atto intimidatorio ai danni dell’inviato Vincenzo Rubano e della sua troupe. Mentre si trovavano a Paola, in provincia di Cosenza, per documentare un caso di presunti maltrattamenti su due fratellini, sono stati bersaglio di colpi d’arma da fuoco. Nel mirino sono finiti anche gli inviati di Storie Italiane, in onda su Rai 1.
L’episodio
Rubano stava effettuando un servizio davanti all’abitazione del padre biologico dei due bambini coinvolti nel caso. Improvvisamente, dalla finestra casa sono stati esplosi alcuni colpi di pistola, costringendo il giornalista e la sua squadra ad allontanarsi rapidamente per mettersi al riparo. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito nell’incidente. “C’è stata una aggressione inaspettata, ci hanno esploso alle spalle tre colpi di arma da fuoco. Siamo vivi per miracolo. I carabinieri hanno circondato l’area” – ha raccontato Vincenzo Rubano sottolineando che i vicini gli avevano riferito che la persona che volevano intervistare poteva essere violento. L’inviato di Pomeriggio 5 ha poi riferito che sarebbe stato sequestrato un fucile con proiettili di piombo all’interno dell’abitazione.
La reazione in studio
In diretta, la conduttrice Myrta Merlino ha espresso profonda preoccupazione per quanto accaduto, definendo l’episodio “gravissimo”. “Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci”. Ha sottolineato l’importanza di garantire la sicurezza dei giornalisti impegnati sul campo e ha manifestato solidarietà a Rubano e alla sua troupe.
Le indagini
Le autorità locali hanno avviato un’indagine per chiarire le circostanze dell’accaduto e identificare le responsabilità degli spari. Al momento, non sono stati forniti ulteriori dettagli sull’identità degli aggressori o sul movimento dell’attacco
Solidarietà dalla comunità giornalistica
Numerosi colleghi e professionisti del settore hanno espresso solidarietà a Vincenzo Rubano e alla squadra di “Pomeriggio 5”. Questo episodio evidenzia ancora una volta i rischi che i giornalisti possono affrontare nello svolgimento del loro lavoro.