Anton Ciurciumel con la compagna e il figlioAnton Ciurciumel con la compagna e il figlio

La moglie di Anton Ciurciumel: ‘Ha sbagliato ma non doveva pagare con la vita’

Anton Ciurciumel, 24 anni, è stato ucciso a colpi di pistola durante una rapina in un appartamento sulla Cassia, giovedì 6 febbraio. A sparare è stato Antonio Micarelli, una guardia giurata di 56 anni, che ora è indagata per omicidio volontario. La vicenda ha sollevato un acceso dibattito tra chi difende l’operato del vigilante e chi, invece, chiede giustizia per la vittima.

Anna, la compagna di Anton, non riesce a darsi pace: “Anton ha sbagliato, avrebbe dovuto pagare per i suoi errori, ma non con la vita. Gli hanno sparato alle spalle, come un vigliacco. Non voglio vendetta, ma giustizia. Ora la guardia giurata è a casa a bere una birra. Come faccio ora con due bambini

La madre della vittima, Elea Ciurciumel, accusa gli amici del figlio di averlo coinvolto nella rapina e poi abbandonato mentre cercava di fuggire: “Anton non meritava di morire così. Per un furto si va in prigione, non si viene giustiziati.”

La dinamica dell’omicidio e l’indagine in corso

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Anton Ciurciumel è stato colpito alla testa mentre tentava la fuga. La guardia giurata avrebbe esploso almeno dieci colpi, alcuni in aria e altri ad altezza uomo. Il vigilante sostiene di aver sparato per difendersi, dopo che i ladri avrebbero tentato di investirlo con l’auto in fuga. Alcuni testimoni, però, mettono in dubbio questa versione.

Le autorità stanno esaminando tutti gli elementi per capire se si sia trattato di legittima difesa o di un uso eccessivo della forza. Al momento, Micarelli resta indagato per omicidio volontario.

Il dibattito pubblico: difesa o eccesso di violenza?

La comunità si divide sulla vicenda. Da un lato, alcuni residenti difendono la guardia giurata, sostenendo che abbia agito per proteggersi e fermare i rapinatori. Dall’altro, la famiglia di Anton e i suoi avvocati chiedono che venga fatta luce su un omicidio che, a loro avviso, poteva essere evitato. La madre di Anton Ciurciumel ha riferito di averlo rimproverato per quelle “frequentazioni sbagliate”.

Un vicino di casa ha dichiarato: “Anton non era un santo, ma non meritava di morire. La sicurezza è importante, ma la giustizia non può essere arbitraria.”

Intanto, la procura di Roma e i carabinieri della compagnia Trionfale continuano le indagini per stabilire la legittimità dell’uso della pistola da parte di Micarelli. L’attenzione è ora focalizzata sulle riprese delle telecamere di sorveglianza e sulle testimonianze dei presenti per ricostruire con esattezza gli eventi di quella notte.

L’indagine

L’autopsia sul corpo di Anton Ciurciumel sarà determinante per chiarire la dinamica dell’omicidio. Gli investigatori valuteranno se i colpi siano stati esplosi in una situazione di reale pericolo o se il vigilante abbia agito con eccessiva violenza.

La famiglia della vittima chiede giustizia e una punizione adeguata per chi ha premuto il grilletto. La vicenda è destinata a far discutere ancora a lungo, mentre la magistratura lavora per accertare le responsabilità e dare risposte a un caso che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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