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25 Febbraio 2021 - 0:08Un uomo di 30 anni della California del nord è morto dopo che gli agenti si sono inginocchiati sul suo collo per quasi cinque minuti per sottometterlo utilizzando la stessa tecnica che ha provocato il decesso di George Floyd. Secondo quanto riferito dai media l’uomo aveva problemi di salute mentale. La famiglia ha denunciato l’episodio.
Angelo Quinto soffriva di disturbi psichici ma si era già tranquillizzato all’arrivo della polizia
Angelo Quinto aveva “sofferto di ansia, depressione e paranoia negli ultimi mesi” hanno raccontato gli avvocati di famiglia in una causa per omicidio colposo presentata il 18 febbraio. La sorella, Isabella Collins, ha chiamato la polizia nella sua casa di Antiochia, in California, il 23 dicembre, perché temeva che avrebbe fatto del male a sua madre, ha spiegato il legale, John L. Burris, durante una conferenza stampa. Prima dell’arrivo della polizia, la madre di Quinto era riuscito a tranquillizzarlo abbracciandolo. “Si era calmato ma la polizia non l’ha capito”.
Il 30enne è morto tre giorni dopo, la madre ha ripreso l’intervento degli agenti
Gli agenti non ha compreso la situazione ed hanno sottratto il giovane dalla braccia della madre ed hanno utilizzato il metodo George Floyd per immobilizzarlo. Il trentenne ha chiesto disperatamente aiuto fin quando non ha smesso di respirare. E’ morto tre giorni dopo in ospedale. La madre, disperata, ha registrato il tragico episodio con il telefonino che è stata pubblicato su YouTube dall’avvocato di famiglia John L. Burris.