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14 Giugno 2024 - 16:47L’emittente Rtl 102.5 “ha appreso con incredulità e sgomento la notizia dell’arresto di Andrea Piscina“, il conduttore radiofonico arrestato giovedì 13 giugno su ordinanza del gip di Milano Ileana Ramundo, per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale.
Andrea Piscina arrestato per produzione di materiale pedopornografico e violenza: conduttore sospeso da Rtl
“La dirigenza di Rtl 102.5 non era a conoscenza dell’indagine in corso a Milano sullo speaker. Rtl 102.5 ha deciso di sospendere in via cautelativa Andrea Piscina da ogni attività legata all’emittente in attesa del lavoro della Magistratura, in cui Rtl 102.5 ripone piena fiducia” – è scritto in una nota. L’emittente ha anche cancellato dal sito il nome dello speaker in segno di presa di distanza dall’accaduto ed in attesa dell’evoluzione dell’inchiesta.
Sui dispositivi dello speaker sono state rintracciate oltre mille immagini e chat di contenuto pedopornografico. L’uomo, stando alle indagini, avrebbe intrattenuto rapporti, anche attraverso videochiamate, con bambini tra i 9 e i 14 anni, adescati sul web e fingendo di essere una ragazzina chiamata Alessia. Il conduttore radiofonica è voce del programma I Nottambuli. Lavora come social media manager ed il fratello è un esponente della Lega eletto al consiglio comunale di Milano del 2021.
L’inchiesta: si faceva chiamare Alessia, l’approccio era quasi sempre lo stesso in chat
Piscina ha subito un perquisizione dal Nucleo specializzato della Polizia locale nelle scorse settimane e secondo gli inquirenti sarebbe riuscito a cancellare una parte di videochiamate e chat. Nonostante ciò sono state recuperare investigativa oltre mille immagini e chat di contenuto pedopornografico. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera Andrea Piscina si presentava come Alessia e si approcciava agli interlocutori sempre con la stessa frase.
“Sto andando in doccia, cerco uno per sbloccare la cam e mostrarmi nuda, se vi va top, se no cerco un altro. Sorry se vado dritta”. L’inchiesta è coordinata dal pm Giovanni Tarzia e dell’Unità investigazioni e prevenzione Nucleo Crimini Informatici e Telematici della Polizia Locale di Milano