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23 Aprile 2020 - 8:45Alessia Cirillo ha perso la vita ad appena 30 anni per un terribile male, un cancro ai polmoni. Un dramma nel dramma perché la famiglia non ha accettato la sua scelta di vita neanche dopo la morte. La triste vicenda è stata ricostruita nei dettagli da Il Mattino attraverso la testimonianza di un’amica.
La transgender stroncata da un cancro ai polmoni, il manifesto della famiglia con il nome al maschile
E quel manifestò funebre ha indignato gli amici e non solo della transgender. Una ‘o’ al posto della ‘a’ per voltare nuovamente le spalle ad Alessia che di Alessio non ne voleva più sapere. La terribile malattia l’ha affrontata a Perugia dove la trentenne si era trasferita tre anni fa dopo che le tensioni con la famiglia originaria di Pompei che l’aveva allontanata dopo un’intervista televisiva. Già, ma cosa aveva fatto di male Alessia per ricevere un simile trattamento dai congiunti.
La trentenne si era trasferita a Perugia
Nulla, se non aver manifestato il suo entusiasmo per l’esperienza con la comunità Lgbt in pellegrinaggio Montevergine per la visita a Mamma Schiavona nell’intervista rilasciata ad Enrico Lucci a Le Iene. I genitori hanno vissuto male la nuova vita della trentenne che era di origini russe ed era stata adottata all’età di 7 anni.
L’intervista di Alessia Cirillo a Le Iene e la reazione dei genitori adottivi
Del resto la Alessia non ha mai nascosto la sua volontà di diventare donna e i congiunti lo sapevano ma non ne avevano parlato fuori dalla mura domestiche. Quell’intervento in un programma di successo di un’emittente nazionale fu una liberazione per la giovane ma non per la famiglia che visse quel momento come una vergogna.
Da bambina aveva assistito alla morte della sorella in Russia, la nuova vita a Pompei
Da qui la crisi e l’allontanamento con il trasferimento a Perugia dove ha scoperto il terribile male che ha affrontato con orgoglio e coraggio da sola. Alessia da ragazzina, in Russia, aveva assistito alla morte della sorellina dopo un rapimento e sperava di voltare pagina con la nuova famiglia italiana.
Il manifesto ‘denuncia’ di Spazio Bianco: ‘Abbandonata perché transgender’
Il destino è stato crudele e quel manifesto è un pugno nella stomaco per tutti che avevano imparato ad amarla e ad apprezzarla. Emblematico il manifesto di cordoglio fatto affiggere dall’associazione Spazio Bianco: “Alessia, deceduta dopo due anni di malattia e completamente abbandonata dalla famiglia perché transgender”.