Alessandro CoattiAlessandro Coatti

Il ricercatore ferrarese era in vacanza e si era recato in un locale

Un ricercatore italiano, originario del ferrareseAlessandro Coatti , di 42 anni è stato ucciso e fatto a pezzi in Colombia. Lo conferma l’ambasciata italiana a Bogotà. La testa e le braccia dell’uomo sono state trovate in una valigia in prossimità dello stadio della cittadina di Santa Marta.

Corpo smembrato, identificato grazie ad un braccialetto

Laureato in neuroscienze nel Regno Unito e affiliato alla London Biological Society, Alessandro Coatti era arrivato nella città di Santa Marta il 3 aprile per una vacanza. Alloggiava in un ostello nel centro storico e, secondo il personale, aveva mostrato interesse nell’esplorare i percorsi verso Minca.

Il 4 aprile, l’ultima volta che è stato visto, il 42enne aveva lasciato l’ostello nel pomeriggio e non vi aveva più fatto ritorno. É stato visto entrare in un locale prima di sparire. Il giorno dopo, la sua assenza ha suscitato preoccupazione tra i suoi amici, che hanno tentato invano di contattarlo.

È allora che sono iniziate le ricerche. Una delle mani del cadavere trovato nella valigia recava ancora il braccialetto che permette l’ingresso all’ostello in cui alloggiava, consentendo alle autorità di identificarlo. Sebbene il corpo sia stato smembrato, il torso non è stato ancora ritrovato.

Offerti 10mila euro per trovare i responsabili

Il sindaco della città di Santa Marta, in Colombia, ha offerto 10mila euro (50milioni di pesos) per informazioni che permettono di individuare ed arrestare i responsabili dell’omicidio di Alessandro Coatti, ucciso e fatto a pezzi in Colombia dove si trovava per turismo. Lo scrive il primo cittadino Carlos Pinedo Cuello sulla sua pagina Facebook, spiegando di aver dato disposizioni per coordinare le indagini sul caso.

“Questo delitto non resterà impunito. I criminali devono sapere che a Santa Marta la criminalità non ha posto. Li cerchiamo finché non saranno stati assicurati alla giustizia” – ​​scrive Cuello nel post. Coatti era nato a Portomaggiore e si era diplomato al liceo scientifico di Argenta

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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