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Sentenza Serena Mollicone, la rabbia della figlia di Santino Tuzzi: ‘Si è uccisa da sola? Non hanno detto la verità’

“Mio padre è morto per nulla e Serena Mollicone si è uccisa da sola”. Esplode la rabbia di Maria Tuzi, figlia del brigadiere Santino Tuzi che si è tolto la vita nel 2008 dopo aver svelato al pubblico ministero di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma dei carabinieri il giorno della scomparsa (1° giugno del 2001).

Delitto di Arce, assolti i Mottola dai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Cassino

21 anni dopo la morte della diciottenne sono stati assolti con formula piena l’ex comandante della caserma di Arce (in provincia di Frosinone), il maresciallo Franco Mottola, la moglie Anna Maria ed il figlio Marco dai giudici Corte d’Assise del tribunale di Cassino che ha pronunciato la sentenza nella serata di venerdì 15 luglio.

“Quelle persone devono parlare e se hanno un briciolo di coscienza devono parlare. Gli indizi c’erano tutti. Quando vado a casa cosa dico ai miei figli che il nonno è morto per nulla e che Serena è morta di freddo” – ha riferito a Quarto Grado.

Esplode la furia di Maria Tuzi: ‘Si contano sulle dita le persone che hanno detto la verità’

Questa non è la giustizia, ci sono altri carabinieri amici di mio padre che non parlano così come gli amici di Serena. Ci sono più testimoni denunciati per falsa testimonianza che gente che ha detto la verità. Abbiamo ascoltato 280 testimoni e possiamo contare sulla punta delle dita le persone che hanno detto la verità. Non contano niente i referti, c’è gente che non ha detto la verità“.

Maria Tuzi

I pubblici ministeri Maria Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco al termine di una lunga e circoscritta requisitoria avevano chiesto la condanna a 30 anni di reclusione per l’ex maresciallo Franco Mottola, 24 anni per il figlio Marco e 21 anni per Anna Maria Mottola, 15 anni per Vincenzo Quatrale e 4 per l’appuntato Francesco Suprano. Richieste che non sono state accolte dai giudici della Corte d’Assise che ha assolto gli imputati con formula piena.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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