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Parigi 2024, chi sono Federico Nilo Maldini e Paolo Monna: argento e bronzo nel tiro a segno

Federico Nino Maldini e Paolo Monna hanno conquistato l'argento e il bronzo nel tiro a segno, trionfo cinese

Le medaglie che non t’aspetti sono sempre quelle più’ emozionanti. A sorprendere di buon mattino l’Italia intera, in particolare il loro mondo, quello dove la calma e la precisione sono davvero la virtù dei più forti, ci hanno pensato Federico Nilo Maldini e Paolo Monna, argento e bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024 nella pistola aria compressa 10 metri.

Strepitosa doppietta azzurra nella pistola aria compressa 10 metri: Maldini chiude ad un passo dall’oro di Yu Xie, Monna è bronzo

Al poligono di Chateauroux, gli azzurri sono giunti alle spalle del cinese Yu Xie (240.9 punti). Maldini e Monna, dopo aver messo a referto il secondo (581/600-16x) ed il quinto miglior punteggio (579/600-18x) nella sessione di qualifica, hanno concluso la loro finale rispettivamente con il punteggio di 240.0 e 218.6. Yu Xie, bravo a mantenere il sangue freddo nelle ultime due serie di tiro, ha riportato la Cina sul tetto dell’Olimpo nella pistola 10 metri dopo ben sedici anni: l’ultimo era stato Pang Wei a Pechino 2008.  L’Italia della pistola torna sul podio olimpico 12 anni dopo l’argento di Tesconi, e lo fa con due atleti come successo solo nel 1932, in quell’occasione con l’oro di Morigi e il bronzo di Matteucci.

L’argento di Maldini, 23 anni di Bologna, esordiente ai Giochi, mai sul podio ad un Mondiale, il bronzo di Monna, 26 anni di Carovigno, ventiseiesimo tre anni fa a Tokyo e nel febbraio scorso campione europeo, entrambi portacolori del Centro Sportivo Carabinieri, incrementano il medagliere olimpico italiano della specialità che è stata introdotta ai Giochi olimpici dall’edizione di Seul 1988. La prima medaglia fu l’oro di Roberto Di Donna, ora tecnico, ad Atlanta nel 1996, la seconda, l’argento di Luca Tesconi a Londra 2012. 

“Stanotte non sono riuscito a chiudere l’occhio, avevo sognato più in grande, magari di fare un primo e secondo posto e condividere il podio con Paolo. Essere tra i primi due è comunque meraviglioso, per noi è andata meglio di quanto Potremmo aspettarci Non me l’aspettavo, sono rimasto concentrato e nei momenti di difficoltà la tensione si è fatta sentire, anche qualche disturbo esterno” – ha riferito Federico Nilo Maldini che non ha nessun legame di parentela con la grande dinastia calcistica dei Maldini. Un cognome che comunque continua a dare lustro al Bel Paese. A sostenerlo a Parigi c’erano i familiari.

Maldini, nessuna parentela con la dynasty del calcio: ‘Ho sognato oro e argento’, la visita al poligono di Bologna e la folgorazione

“Non ho ancora capito cosa è successo, magari la prossima settimana lo capirò. Ho pensato alla mia famiglia, alla mia fidanzata. Se stanotte dormo? Non lo so, penso di sì ma come nottata sarà particolare perché domattina alle 8 dobbiamo essere all’ aeroporto di Parigi”, ha proseguito il tiratore azzurro che ha chiuso a un passo dalla medaglia d’oro: “Non possiamo recriminarci nulla, abbiamo fatto una prestazione entrambi ottima e io sono estremamente soddisfatto”. Dieci anni fa venne sottratto a basket e pallamano da una visita al poligono di Bologna durante un open day nel 2014. Ha vinto un oro alla  World Cup di Rio de Janeiro.

Festa a Carovigno, in provincia di Brindisi, per il bronzo di Paolo Monna.  “Non mi aspettavo di vincere una medaglia felice, ma sono perché finalmente questi tre anni di sacrifici dopo Tokyo, sono serviti a qualcosa. Mi sono sentito sempre con il fiato in gola per stare attento a non sbagliare nulla È una medaglia importante per la mia carriera e spero ne seguiranno tante altre”. A seguire la gara c’erano papà Franco, mamma Maria e il fratello, Giovanni. “Esperienza meravigliosa” – hanno riferito mentre il sindaco di Carovigno, Massimo Lanzilotti, ha annunciato una maxi accoglienza. “Siamo orgogliosi di lui”. Monna ha iniziato a tirare dall’età di 8 anni con Massimo Minutoli, già campione regionale di tiro a segno, e dal 2016 fa parte del gruppo dell’Arma dei carabinieri.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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