Raffaella BrogiRaffaella Brogi

La Consulta apre le porte alle adozioni di minori all’estero da parte dei single. La svolta arriva con una sentenza con cui la Corte dichiara “costituzionalmente illegittimo” l’articolo 29-bis, comma 1, della legge 184 del 1983, nella parte in cui non include le persone singole fra quelle che possono adottare un minorenne straniero residente all’estero. Per i giudici costituzionali questa esclusione è in contrasto con gli articoli 2 e 117 (primo comma) della Costituzione, quest’ultimo in relazione all’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

‘Il primo pensiero a chi sta aspettando un genitore che gli voglia bene’

“Io sono contentissima. Ma il mio primo pensiero va a chi sta aspettando un genitore che gli voglia bene. La promessa che mi faccio ogni giorno è di essere la mamma di uno di quei bambini e non l’ho ancora potuta mantenere. La mia battaglia sarà davvero vinta quando riuscirò a portare mio figlio o mia figlia a casa”.

Così a Corriere.it Raffaella Brogi, 54 anni, magistrato di Firenze (ma originaria di Siena), l’aspirante mamma sul cui caso si è pronunciata la Corte costituzionale, abolendo il divieto delle adozioni internazionali per i single. “L’adozione – ha detto la donna – è la mia scelta. Ho preso in considerazione la fecondazione assistita, ma sento che c’è un bambino o una bambina che mi sta aspettando. E che se avessi scelto un altro percorso avrei abbandonato due volte mio figlio e mia figlia”. 

La decisione della Consulta

La Corte, chiamata a pronunciarsi sul caso di una aspirante mamma di Firenze, ha dunque rilevato che i single sono “in astratto idonei ad assicurare al minore in stato di abbandono un ambiente stabile e armonioso”, fermo restando che spetta poi al giudice accertare in concreto l’idoneità affettiva del genitore e la sua capacità di educare, istruire e mantenerlo.

La Consulta ha anche osservato che, nell’attuale contesto giuridico-sociale caratterizzato da una significativa riduzione delle domande di adozione, il divieto assoluto imposto alle persone singole rischia di “riflettersi negativamente sulla stessa effettività del diritto del minore a essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso”. D’ora in poi, dunque, anche i single potranno richiedere l’adozione di bimbi stranieri dall’Italia, così come avviene già per le coppie sposate.

‘Un passo avanti di civiltà’

“È un passo avanti di civiltà in assoluto”, commenta l’avvocato Romano Vaccarella, legale della professionista fiorentina che ha sollecitato il Tribunale per i minori di Firenze, per la seconda volta nel luglio 2024, a sollevare la questione di costituzionalità dopo una precedente bocciatura della Consulta perché ritenuta inammissibile. L’avvocato auspica ora “qualche ulteriore passo avanti per quanto concerne l’adozione dei single”. E la pronuncia di oggi ha sollevato diverse reazioni. Per la Lega, “dev’essere l’occasione per rivedere la normativa delle adozioni e aggiornarla alle necessità odierne. L’obiettivo – viene sottolineato – è renderle più veloci e meno costose, coinvolgendo nelle adozioni internazionali anche coppie eterosessuali stabilmente conviventi”.

Alessandro Zan: ‘Svolta storica’

Mentre Alessandro Zan, responsabile diritti nella segreteria nazionale del Pd, parla di una “svolta storica” perché – dice – “mette al primo posto i diritti dei minori e la libertà di autodeterminazione di ogni individuo. Ora il Parlamento intervenga, adegui la normativa e cancelli ogni ostacolo ideologico”. Sulla stessa linea il segretario di Più Europa Riccardo Magi, è, spiega, una “giornata storica”; ora è “urgente arrivare a una modifica della legge, affinché siano possibili per i single anche adozioni nazionali”. Soddisfatta anche Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati-Centro Popolare: adesso, afferma, “spetta al Parlamento raccogliere questo segnale forte e approvare, cercando la più ampia convergenza possibile, una legge moderna sulle adozioni, capace di rispecchiare i profondi cambiamenti della società”.

Pro Vita & Famiglia: ‘Aberrazione giuridica’

Di diverso avviso il portavoce di Pro Vita & Famiglia, Jacopo Coghe: la sentenza, osserva, “rischia seriamente di alimentare l’idea di un ‘diritto al figlio’ per tutti, una aberrazione giuridica da scongiurare in ogni modo. La famiglia formata da un padre e una madre resta, sempre e comunque, il miglior contesto possibile per l’accoglienza di un bimbo che si trova in stato adottivo per aver perso il papà e la mamma e che, dunque, ha il diritto di ritrovare un papà e una mamma”.

Di Giuseppe D'Alto

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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