Salerno, auto in fiamme in zona Vestuti (FOTO)
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12 Gennaio 2019 - 9:06Urla ed alta tensione subito dopo la sentenza del giudice monocratico del Tribunale di Avellino sulla strage del bus di fedeli in pellegrinaggio. L’episodio risale al 28 luglio 2013 quando, per problemi all’impianto frenante, il Volvo Bianco è precipitato dal viadotto Acqualonga sull’autostrada A16 Napoli-Canosa. (all’altezza di Monteforte Irpino). Alla guida del mezzo c’era Ciro Lametta. Quaranta le persone che persero la vita nel terribile impatto dopo aver visitato nel week end prima Telese Terme e poi Pietralcina. La meta finale del bus doveva essere Pozzuoli ma il viaggio si interruppe drammaticamente quella terribile sera di luglio. Sono trascorsi cinque anni da quel tragico volo di trenta metri con i familiari che hanno chiesto ad alta voce che fosse fatta giustizia. Un rimbalzo continuo di responsabilità, i sopralluoghi dei tecnici, le ricostruzioni, le perizie per individuare i responsabili di quel terribile incidente. Quindici le persone finite a giudizio nel maggio del 2016.
Strage bus Avellino, le condanne
Ieri la sentenza che ha provocato la rabbia dei familiari delle vittime. La rabbia dei parenti si è scatenata dopo la pronuncia di assoluzione dell’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci per i quali erano stati chiesti dieci anni. Condannati invece a 6 anni di reclusione i dirigenti di Aspi Nicola Spadavecchia e Gianluca De Franceschi, a 5 anni Paolo Berti, Michele Renzi, Bruno Gerardi e Gianni Marrone. Anche il titolare dell’agenzia di viaggi Mondo Travel, Gennaro Lametta, che noleggiò il bus è stato condannato a 12 anni di reclusione. Condannata inoltre a 8 anni di reclusione – a fronte della richiesta di 9 anni da parte della Procura di Avellino – Antonietta Cariola, funzionaria della Motorizzazione di Napoli. Assoluzione anche per Vincenzo Saulino, uno dei funzionari della Motorizzazione civile. Dopo la sentenza i familiari delle vittime hanno ripetuto più volte la cifra 83, la somma delle vittime di Monteforte Irpino e del ponte Morandi di Genova.