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26 Luglio 2024 - 17:25Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un B&B nel centro di Bari, facendosi filmare.
La maestra condannata a 7 anni e 3 mesi per aver realizzato filmati hard con minori in un B&B di Bari
La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni. La donna, che si faceva chiamare zia Martina , finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne.
Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato la condanna.
Si faceva chiamare zia Martina, il video delle performance con un 15enne realizzato da un tredicenne
Tra gli episodi contestati, risalenti all’estate 2021, rapporti sessuali con un 15enne mentre un altro ragazzo più giovane li filmava. Zia Martina con lo stesso ragazzino avrebbe girato un altro filmato alla presenza di un 13enne durante le ferie in Puglia e si sarebbe resta protagonista di scene intime in diretta su Instagram, nel corso di una videochat alla quale avrebbe assistito anche un 12enne.
L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da un’ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.