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6 Agosto 2019 - 18:40‘”Abbiamo altre chiamate, riagganci”. Una vicenda che fa rabbrividire e che ha spinto i cittadini rumeni a scendere in piazza per protestare contro il governo e le forze dell’ordine. La quindicenne Alexandra Măceșanu è stata rapita lo scorso 24 luglio per poi essere segregata e violentata da Gheorghe Dinca, un meccanico di 65 anni, nella sua proprietà di Caracal. Una follia che si è conclusa con la tragica morte della giovane. L’adolescente era stata prelevata dal suo aguzzino mentre faceva l’autostop per rientrare a casa. Il destino ha voluto che incontrasse sulla sua strada quell’uomo senza scrupoli che, dopo averle promesso che l’avrebbe accompagnata dai genitori. Una volta in casa è iniziato l’incubo di Alexandra che aveva sperato di riuscirsi a salvare dal suo orco quando l’aveva rinchiuso nello stesso stanzino dove si trovava il suo telefonino. La quindicenne aveva avuto il tempo di contattare il 112 ma qui è iniziato una nuova odissea. “Mi chiamo Alexandra Măceșanu sono stata violentata, non so dove sono ma fate presto venite”. Dall’altra parte l’operatore ha rimproverato la ragazza affermando che non poteva far intervenire nessuno se non le dava un riferimento dalla località dove si trovava. Nonostante la concitazione Alexandra ha invitato l’operatore a non chiudere ed è riuscita a spiegare che era stata condotta tra Dobro e Caracal. Incalzata dalle domande della persona dall’altro capo del telefono l’adolescente afferma di aver trovato un bigliettino e che, probabilmente, si trova probabilmente ad Antonius Caracalla numero 9.
Le disperate telefonate di Alexandra e l’intervento 19 ore dopo
Alexandra viene nuovamente rimproverata: “Neanche questo sai“. Dall’altra parte la voce della quindicenne è sempre più affannata e impaurita: “Sta venendo, sta venendo, fate presto, per favore riagganciate”. L’operatore replica che saranno lì nel giro di due minuti e che deve liberare il telefono perché ci sono altre chiamate. Alla fine la polizia arriva 19 ore dopo la disperata chiamata di Alexandra e dopo aver chiesto un mandato di perquisizione che non sarebbe stato necessario. Nell’abitazione di Dinca vengono trovati nella cenere diversi frammenti di ossa e 21 pezzi di denti.
Nell’abitazione di Dinca ritrovati anche i resti della diciottenne Luiza Melencu
Successivamente si è scoperto che parte dei resti ritrovati appartengono alle diciottenne Luiza Melencu, scomparsa ad aprile. Al termine dell’interrogatorio Dinca ha ammesso di aver cremato Alexandra dopo averla sorpresa con il telefono in mano intorno alle 12 del 25 luglio. Da rilevare che le forze dell’ordine non hanno tenuto conto anche di una segnalazione della vicina del serial killer. Quest’ultimo la notte precedente aveva allertato il 112 perché aveva notato strani movimenti. Gli audio delle disperate telefonate di Alexandra sono stati diffusi dai media ed hanno fatto il giro del web scatenando l’indignazione del popolo rumeno. Licenziato il capo della polizia rumena e due alti funzionari ma nelle prossime ore potrebbero cadere altre teste.