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‘Questa notte dormi qui’, Marta morta nel dirupo a Ischia dopo ore di agonia: fermato il compagno

É morto dopo un’agonia durata ore, durante le quali, nonostante una ferita, ha chiesto aiuto via telefono – con messaggi in chat e telefonate – tutti ignorati dal compagno di nazionalità russa, Ilya.

Marta Maria Ohryzko trovata morta in una scarpata a Ischia: i messaggi in chat e le telefonate al partner per chiedere aiuto

La vittima, Marta Maria Ohryzko, 32enne ucraina, è stata ritrovata senza vita domenica 14 luglio dai carabinieri della stazione di Barano d’Ischia, nella zona del Valloire. Il corpo era in una scarpata a poca distanza dalla roulotte in cui abitava con il convivente che aveva allertato i soccorsi e che era stato sottoposto a fermo dai militari dell’arma e dai pm della sezione “fasce deboli” della Procura di Napoli con l’accusa di maltrattamenti. I due avevano avuto un alterco poche ore prima della denuncia di scomparsa.

La caduta nel dirupo risale a sabato 13 luglio con la donna che ha chiesto disperatamente aiuto al partner dopo quanto le è accaduto. Marta aveva ancora con sé il cellulare. Gli investigatori hanno trovato traccia di decine di messaggi di richiesta di aiuto rivolti proprio al suo compagno in chat. Ascoltato dal magistrato, avrebbe addirittura raccontato che nella notte tra il 13 e il 14 luglio sarebbe uscito alla ricerca della compagna, trovandola tra la vegetazione e ancora in vita; alla donna 41enne avrebbe detto che “per la notte lei avrebbe dovuto dormire lì”. La donna sarebbe morta di stenti in una lentissima agonia ed è stata trovata senza vita la mattina seguente dallo stesso 41enne.

Il corpo della donna è stato ritrovato al Vatoliere, a Barano, da 7 pompieri scelti che hanno impiegato 7 ore per recuperarlo. La donna originaria di Leopoli, in Ucraina, avrebbe festeggiato il 29 settembre 33 anni. Si era trasferita a Ischia da qualche tempo con il compagno. Il rapporto tra Marta Maria Ohryzko e Ilya era piuttosto burrascoso. Era stata aggredita, minacciata di morte con un coltello, presa a pugni e schiaffi, in una circostanza fatta cadere di proposito in un fuoco acceso, isolata dai suoi stessi familiari che lui, russo, odiava in quanto ucraini.

L’uomo aveva trovato la partner: il rapporto burrascoso, le aggressioni e l’odio per gli ucraini

In una circostanza gli ha bruciato i vestiti e l’ha fatta cadere di proposito su un fuoco acceso, provocando ustioni di secondo grado al gluteo, alle braccia e all’addome. Inoltre, non gli consentiva di frequentare e vedere i suoi familiari, che lui russo odiava in quanto ucraini; in un caso, a detta della sorella della donna deceduta, li ha ingiuriati definendoli “ucraini di merda che devono morire”. In diversi casi la donna ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Lacco Ameno.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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