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13 Gennaio 2024 - 17:48“Ci hanno appena chiamato dalla clinica: Aron non c’è più. Il suo corpo non ha retto, sebbene abbia lottato fino alla fine”. Lo straziante annuncio della Lav Palermo che ha comunicato la morte del pitbull che martedì 9 gennaio è stato legato e bruciato vivo dal padrone in via delle Croci, nel capoluogo siciliano.
Aron non ce l’ha fatta, era stato bruciato vivo dal padrone a Palermo
L’animale era giunto in clinica in condizioni disperate e i medici veterinari avevano riferito che versava in condizioni critiche ma Aron aveva dimostrato grande forza ed aveva superato due notti alimentando la speranza dei tanti italiani che hanno pregato e sperato in una miracolosa ripresa.
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Le ustioni interessavano l’80% de corpo con i sanitari che avevano spiegato in un video che la funzionalità dei reni era particolarmente compromessa. Il Garante Regionale dei diritti degli Animali per la Sicilia ha annunciato la scelta di costituirsi parte civile contro l’uomo che ha dato alle fiamme il suo cane a Palermo. Il proprietario, che ha raccontato che il pitbull Aron era posseduto, è stato denunciato per maltrattamento e danneggiamento.
Il pitbull presentava ustioni per l’80% del corpo: ‘Ha lottato fino alla fine’
L’uomo occupa abusivamente lo spazio che un tempo fu l’ingresso di Villa Deliella, la costruzione in stile liberty abbattuta nel 1959 durante il cosiddetto sacco di Palermo. Tanti i messaggi di cordoglio sui social con tanti utenti che hanno condiviso lo scatto del piccolo angelo a quattro zampe volate in cielo e la richiesta di giustizie e pene severe per chi l’ha barbaramente ucciso.
“Ha lottato fino alla fine ma il suo corpo ha ceduto. Aron si è spento nella notte. Non ci resta che cercare giustizia in tribunale, ma la ferita resta aperta, perché le pene per queste atrocità sono comunque insufficienti”- ha scritto Lndc Animal Protection.
⚫️ Ha lottato fino alla fine ma il suo corpo ha ceduto. Aron si è spento nella notte. Non ci resta che cercare giustizia in tribunale, ma la ferita resta aperta, perché le pene per queste atrocità sono comunque insufficienti. pic.twitter.com/VTfvj6enU4
— LNDC Animal Protection (@LNDC_NAZIONALE) January 13, 2024