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Neonato morto a Napoli, i genitori del piccolo Riccardo presentano esposto

Morto a poco meno di tre mesi di vita durante il ricovero in ospedale per far fronte a un problema cardiologico. I genitori del piccolo Riccardo, deceduto quattro giorni fa all’ospedale Monaldi di Napoli hanno presentato un esposto con il quale chiedono di fare chiarezza sulle circostanze che hanno portato alla morte del bimbo, nato il 25 novembre scorso con parto cesareo gemellare. Durante la gestazione era stata diagnosticata una cardiopatia. 

Il piccolo Riccardo tre mesi dopo essere venuto alla luce: l’esposto dei genitori sul periodo di ricovero al Monaldi

Nell’esposto i genitori di Riccardo, difesi dall’avvocato Tommaso Ciro Civitella, ricostruiscono l’accaduto e in particolare il periodo di ricovero all’ospedale Monaldi, nel quale è stato ricoverato l’11 gennaio scorso. Durante la degenza “il piccolo continuava a crescere molto lentamente – scrive nell’esposto – con continui episodi di vomito a getto ed assunzione di latte sempre minima e difficoltosa” – il tutto mentre “l’equipe medica procedeva letteralmente per tentativi apparentemente privi di qualunque scientificità alla ricerca di una soluzione per un bilancio di crescita positiva ma ignorando totalmente la ricerca della causa per la quale il piccolo continuava a non crescere”. 

Nell’esposto viene lamentata “una confusione e una negligenza totale che regnava sia in riferimento a quale potesse essere la modalità di somministrazione del latte più idonea, sia in riferimento al tipo di latte stesso, alla terapia farmacologica, alla modalità di assunzione dei farmaci e alla posologia. I medici prospettavano ognuno una cura diversa ed in contrasto con le altre, intestardendosi anche nel perseverare nell’errore sebbene palese” – hanno scritto i genitori nell’esposto.

“Si rifiutavano anche di cambiare il sondino nasogastrico al cui interno rimanevano per giorni e giorni residui di latte andato a male, al sondino (artigianale) era attaccato il fusto cilindrico di una larga siringa (senza stantuffo) completamente aperta ed esposta a germi e batteri”. Poi la ricostruzione dei genitori degli ultimi giorni di vita del piccolo.

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“Le condizioni del piccolo sono peggiorate il 13 febbraio, quando è stato colto da arresto cardiaco. Trasferito in terapia intensiva, i genitori di Riccardo raccontano di “non avere avuto più notizie da quel momento. Il 14 febbraio intorno alle ore 18 durante l’orario di visita mi comunicavano che in mattinata Riccardo aveva avuto una fibrillazione e che, sebbene non necessaria la rianimazione, lo avevano intubato e gli stavano somministrando farmaci molto pesanti ed erano stati allertati un infettivologo ed un genetista” – ha spiegato il padre.

La ricostruzione delle ultime ore del piccolo Riccardo

“Il 16 febbraio abbiamo ricevuto una chiamata alle ore 15:01 in cui ci comunicavano che il piccolo Riccardo nel corso della notte e della mattinata aveva avuto diversi arresti cardiaci di cui l’ultimo fatale ed in seguito al quale da più di mezz’ora si stava tentando invano la rianimazione. Non ci hanno comunicato l’ora del decesso, non ci hanno saputo dire nulla circa la causa della morte, hanno saputo solo dirci che Riccardo era morto”.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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