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Natasha Pugliese muore durante un intervento a 23 anni, esplode la furia dei parenti a Foggia: ‘Rischiato la vita’ (VIDEO)

Asserragliati in una stanza d’ospedale, con scrivanie e cassettiere a bloccare la porta, mentre dall’esterno tentavano di sfondare l’accesso. L’aggressione subita da alcuni medici al Riuniti di Foggia da parte dei familiari di Natasha Pugliese, 23 anni, deceduta durante un intervento chirurgico finisce sul tavolo dei magistrati della Procura che hanno aperto un fascicolo su quanto avvenuto nell’ospedale del capoluogo pugliese.

Natasha Pugliese era in rianimazione dal 18 giugno, la 23enne era stata investita a Cerignola mentre era in monopattino

La giovane era stata investita lo scorso 18 giugno nei pressi dell’ospedale di Cerignola mentre era su un monopattino. In gravi condizioni era stata trasferita in elisoccorso al Policlinico Riuniti di Foggia. Dopo mesi in rianimazione era stata trasferita in chirurgia toracica per essere sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Pare un tentativo disperato per salvarle la vita.

“Abbiamo anche avuto paura di morire. Quella sera abbiamo rischiato la vita” – ha raccontato uno dei medici vittima della brutale aggressione durante la quale sono state pronunciate anche “minacce di morte”. Sembra che fossero presenti una cinquantina di familiari della giovane. In Prefettura si è tenuto un vertice con le forze dell’ordine e il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato per definire interventi per garantire la sicurezza dei sanitari, più volte vittime di aggressione nel policlinico cittadino.

“C’è una indagine della magistratura, quindi bisogna mantenere il riserbo necessario. Ovviamente esprimo vicinanza alla famiglia per il decesso di una ventenne che è una cosa che dispiace tantissimo. Siamo vicini anche ai sanitari che sono stati aggrediti” – ha annunciato il direttore generale, Giuseppe Pasqualone al termine della riunione in riferimento alla vicenda dell’aggressione dei familiari di Natasha Pugliese. “Non si giustificano questi episodi di cui sono vittime ormai da diverso tempo in tutta Italia. È un fenomeno che va non solo stigmatizzato in maniera assoluta ma in qualche modo anche risolto”. Gemmato, dal canto suo, ha promesso una maggiore presenza dello Stato ricordando anche l’inasprimento delle pene nei confronti degli aggressori voluto dal governo Meloni.

I medici del Policlinico Riuniti: ‘Abbiamo avuto paura di morire’, indaga la magistratura

“Naturalmente – ha aggiunto – c’è anche un problema di carattere culturale. Perché oggi si pensa di poter far valere i propri diritti aggredendo gli operatori sanitari. Questo non è ammissibile e tollerabile”. Intanto la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale si prepara a indire “un’ora di interruzione di ogni attività sanitaria di tutti gli ambulatori, i servizi e i reparti”. Un’iniziativa, spiega la Fimmg pugliese, “per far capire a tutti, ai cittadini come alle istituzioni, cosa potrebbe succedere se i medici e tutto il personale sanitario dovessero definitivamente stancarsi di essere un bersaglio inerme e decidessero di abbandonare la sanità”.

E sull’ennesima aggressione, cui è rimasto vittima anche un giovane studente del Policlinico, è pronta anche un’interrogazione parlamentare da parte dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. “La violenza contro gli operatori sanitari è inaccettabile – ha detto -. Le ultime immagini che arrivano da Foggia sono oltre i limiti. Serve una reazione unitaria di tutte le forze politiche e sociali a difesa di chi ogni giorno lavora nel Servizio Sanitario Nazionale”.

Giuseppe D'Alto
Giuseppe D'Alto
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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