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Manuel Mastrapasqua, Daniele Rezza confessa l’omicidio per le cuffie stereo: i sospetti degli inquirenti

Manuel Mastrapasqua e Daniele Rezza

Manuel Mastrapasqua e Daniele Rezza

“Era rimasto in piedi, non ho visto sangue, non pensavo di averlo ucciso”. É la confessione che Daniele Rezza, il 18enne di Rozzano che ha ucciso Manuel Mastrapasqua, ha fatto ai carabinieri. La Polfer di Alessandria ha visto sui binari un ragazzo con un atteggiamento confuso e gli ha chiesto: “C’è qualcosa che non va?”.

E Rezza, al suo primo lavoro a chiamata come cassiere in un supermercato milanese, ha risposto: “Devo confessare un omicidio”. Era quello di Manuel, il 31enne magazziniere ucciso con una coltellata al petto la notte tra giovedì e venerdì, sempre a Rozzano.

Il 19enne Daniele Rezza meditava di fuggire in Francia, poi la confessione alla Polfer alla stazione di Alessandria

Gli agenti della Polfer lo hanno consegnato ai carabinieri di Milano e, assistito dall’avvocato Maurizio Ferrari, Rezza ha iniziato a raccontare senza reticenze quanto accaduto. Ha spiegato che era uscito alle 2:30 di casa per una passeggiata e il coltello da cucina che aveva nella tuta era per difendersi da eventuali brutti incontri nel quartiere.

Aveva visto Mastrapasqua e gli aveva detto: “Dammi qualcosa, dei soldi”. Alla reazione negativa dell’uomo gli aveva strappato le cuffie stereo da 15 euro e Mastrapasqua aveva reagito. Rezza l’ha accoltellato al petto ma non si è reso conto della gravità di quanto accaduto: “Era rimasto in piedi, non ho visto sangue, non pensavo di averlo ucciso”. A casa aveva raccontato ai genitori di aver colpito un uomo ma non era stato creduto. Solo la mattina dopo, con le notizie alla tv suo padre e sua madre si sono resi conto del dramma. Il genitore pare l’abbia accompagnato alla stazione di Pieve da dove sarebbe partito per il Piemonte.

Poi la fuga, con l’intenzione di andare in Francia ma alla stazione di Alessandria si è ricreduto e, quando ha visto i poliziotti, ha detto loro: “Devo confessare un omicidio“. I carabinieri erano già sulle sue tracce anche sulla scorta delle immagini di un ragazzo in tuta e con un cappello calato sul volto ripreso nella zona del delitto.

L'aggressore di Manuel Mastrapasqua immortalato dalla telecamere di videosorveglianza
L’aggressore di Manuel Mastrapasqua immortalato dalla telecamere di videosorveglianza

‘Gli avevo chiesto dei soldi, poi gli ho strappato le cuffie stereo ed ha reagito’

Durante la perquisizione è emerso che i pantaloni che aveva addosso la notte del delitto erano già stati lavati mentre i cuffioni sono stati gettati in un cestino della spazzatura vicino a un distributore di benzina, a cinque minuti da casa. Gli inquirenti sospettano che sia stato qualcun altro a farlo. Il pm Maria Letizia Mocciaro sta lavorando alla richiesta di convalida del fermo. Una volta depositato il provvedimento sarà fissata l’udienza davanti al gip.

Per uno scherzo del destino il 19enne Daniele Rezza lavorava per la stessa catena di supermercati di Manuel Mastrapasqua. Aveva piccoli precedenti contro il patrimonio di cui uno commesso quando era ancora minorenne. Il padre lavora in un esercizio commerciale, mentre la madre è una commessa di un notissimo negozio di piazza Duomo.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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