La 43enne ha confessato di aver ucciso il fidanzatoLa 43enne ha confessato di aver ucciso il fidanzato

L’orrore a Belo Horizonte: un crimine di vendetta

Una scena macabra ha sconvolto il quartiere di Belo Horizonte, in Brasile, l’11 aprile scorso: un cadavere in fiamme, sangue sull’asfalto e una donna con le mani ancora sporche del delitto che aveva appena compiuto.

La protagonista di questa tragica storia è Erica Pereira da Silveira, 43 anni. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, la donna avrebbe sorpreso il suo compagno, Everton Amaro da Silva, 47 anni, a letto con sua figlia dodicenne, e lo avrebbe accoltellato a morte dopo averlo drogato, mutilandolo e successivamente tentando di bruciarne il corpo.


Il ritrovamento: corpo in fiamme tra i cespugli

I vicini di casa hanno chiamato le forze dell’ordine dopo aver visto la donna trascinare il corpo sanguinante dell’uomo in una zona boscosa. Quando la polizia è arrivata sul posto, il cadavere era ancora in fiamme. Seguendo una scia di sangue, gli agenti sono risaliti fino all’appartamento della donna, che ha confessato immediatamente.


Confessione choc: ‘Era a letto con mia figlia’

Pereira da Silveira ha spiegato ai poliziotti che, una volta rientrata a casa, avrebbe trovato il compagno nella stanza con la figlia in una situazione che sembrava inequivocabile. “Era nella stanza con la bambina. Era una scena di stupro”, ha riferito alla polizia.

Tutti i presenti, compresa la vittima, risultavano sotto l’effetto di alcol o droghe, il che rende più complessa la ricostruzione esatta dei fatti.


Gli oggetti sequestrati: coltello, mazza e una sbarra di ferro

Durante la perquisizione dell’appartamento, la polizia ha sequestrato l’arma del delitto, una mazza di legno, una sbarra di ferro e il cellulare della donna. Pereira da Silveira è stata formalmente accusata di omicidio volontario, poiché l’uomo era indifeso al momento dell’attacco.


Possibile complice: ricercato un 17enne

Le autorità stanno indagando su un presunto complice: un ragazzo di 17 anni che avrebbe aiutato la donna a trascinare il cadavere nel bosco per tentare di disfarsene.


Un caso che ricorda Lorena Bobbitt

L’episodio ha subito fatto il giro del mondo e i media l’hanno paragonato al celebre caso di Lorena Bobbitt, che nel 1993 mutilò il marito dopo anni di presunti abusi. Lo scorso anno, un documentario della ITV ha riaperto la discussione su casi simili di vendetta estrema, accaduti in diverse parti del mondo.


Precedente simile: l’uomo ucciso e fatto a pezzi per diventare “zuppa”

Solo un mese prima, in Brasile, una donna di 65 anni – Josefa Lima de Sousa – era stata arrestata con l’accusa di aver ucciso un senzatetto, accoltellandolo e cucinandone i genitali in una zuppa. Un’altra vicenda che solleva interrogativi profondi su violenza, vendetta e giustizia.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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