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9 Marzo 2023 - 23:59La famiglia di Gilda Ammendola non crede che la napoletana, originaria di Ercolano, si sia tolta vita nel carcere parigino di Fleury-Mérogis il 22 gennaio.
Gilda Ammendola è deceduta il giorno dopo l’arresto: la famiglia non crede si sia impiccata in carcere
La 32enne, incensurata, era stata tratta in arresto per scontare una condanna a quattro anni per motivi di droga. Subito dopo il provvedimento restrittivo i congiunti di Gilda Ammendola erano stati contattati da un funzionario francese che avevano sollecitato l’invio di un pacco con gli effetti personale per la detenuta.
La napoletana Aveva chiesto un pigiama, lentine a contatto e altri effetti personali, assicurandosi che nel giro di pochi giorni sarebbero arrivati. A distanza di poche ore è arrivata la tragica comunicazione del presunto suicidio della giovane che si sarebbe impiccata nella cella dove era ristretta.
I congiunti della 32enne erano stati contattati per gli effetti personali, poche ore dopo la notizia del decesso: aperta inchiesta
Alla famiglia, assistita dall’avvocato Domenico Scarpone, è stato negato di vedere il corpo della figlia così come è stato impedito ad un perito di parte alla prima autopsia fatta in Francia. Dopo l’esposto la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio sulla morte di Gilda Ammendola con il pm titolare dell’inchiesta, Eugenio Albamonte, che ha chiesto una nuova autopsia.
Nel frattempo la salma della 32enne di Ercolano (Napoli) è rientrata in Italia. La salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale di Napoli. Per le amiche Gilda non avrebbe mai abbandonato la figlia di 6 anni.