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Colpita dall’altalena dopo la caduta, bimba di 6 anni muore a Villongo sotto gli occhi della madre

Ritaj Lahmar è morta dopo essere stata colpita dall'altalena

Il dramma si è consumato in una manciata di attimi, attorno alle 21:15 di lunedì 2 settembre in un parco pubblico di Villongo, nella Bergamasca: alcuni bimbi che spingono un’altalena, la bambina che si trova sopra che cade a terra e l’altalena che, tornando indietro, la colpisce alla testa, uccidendola.

Ritaj Lahmar è deceduta dopo essere stata colpita dall’altalena dove era seduta nel parco pubblico di Villongo

La vittima aveva solo 6 anni e si chiamava Ritaj Lahmar, abitava con i genitori – originari del Marocco – a Credaro, non distante dal luogo della tragedia. È morta attorno alle 23, dopo l’arrivo in elisoccorso all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove i medici del 118 e del nosocomio hanno tentato di tutto per salvarla. Ma l’emorragia cerebrale causata dalla botta alla testa si è rivelata fatale. Al parco c’era anche la mamma, rimasta sotto choc per l’accaduto: non ha assistito direttamente alla tragedia, ma è accorsa all’altalena non appena ha sentito le grida degli altri bambini.

L’altalena è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Bergamo e dai carabinieri, intervenuti per i rilievi: si tratta di un modello realizzato per i disabili, sul quale possono salire anche le carrozzine. Il sostituto procuratore Letizia Aloisio ne disporrà una perizia tecnica dopo aver aperto un fascicolo con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo senza indagati. Non è stato invece ancora deciso se sarà eseguita l’autopsia sul corpicino di Ritaj, essendo la dinamica comunque già chiara: le telecamere del parco di piazza Vittorio Veneto, i cui filmati sono già stati acquisiti dai carabinieri, hanno infatti ripreso la scena.

Fatale l’emorragia cerebrale, la commovente lettera del sindaco di Credaro

Dopo l’incidente è arrivata al parco di Villongo è arrivata anche Adriana Bellini, sindaco di Credaro, il paese dove Ritaj viveva con la famiglia. Poii ha voluto scrivere una breve lettera che racchiude il dramma di tutta una comunità: “Cara Ritaj, io sono convinta che i bambini non dovrebbero mai soffrire e non dovrebbero mai morire, ma la realtà non è questa ed ecco che in una sera di fine estate sei improvvisamente passata dalla gioia del gioco a una nuova dimensione di vita che ti ha portata lontano dagli occhi e dagli abbracci dei tuoi amati genitori, dei tuoi fratelli e di tutti noi” – si legge.

“Mi sono trovata, nel cuore della notte, a parlare con l’oscurità del cielo per cercare una risposta a quanto era successo, ma la risposta non l’ho trovata e ho salutato l’arrivo dell’alba pensandoti come angelo sopra noi a darci, con la tua vitalità e il tuo sorriso, la forza per continuare il cammino della vita nel tuo ricordo”. 

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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