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18 Settembre 2023 - 23:36Multe più salate per chi guida utilizzando lo smartphone, norme più severe anche nell’utilizzo degli autovelox e nei confronti di chi posteggia negli stalli riservati ai disabili, davanti alle fermate del trasporto pubblico e sulle corsie preferenziali.
Rischio sospensione patente per chi utilizza lo smartphone mentre guida
Il fattore della recidiva diventa un elemento capace di elevare sensibilmente l’importo delle ammende. Il Consiglio dei ministri ha approvato una nuova versione delle modifiche al Codice della strada, che verranno apportate tramite un DDL e una legge delega. Il testo, proposto dal vice premier Matteo Salvini, era stato approvato a Palazzo Chigi lo scorso 27 giugno, ed ora è arrivato il nuovo via libera del Cdm per validare alcune delle modifiche proposte dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni. Il pacchetto approvato conferma gli interventi già previsti, ora partirà l’iter parlamentare.
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Diventano più salate le multe per chi verrà trovato alla guida della propria vettura mentre parla al cellulare, senza usare auricolari o viva voce. Il testo approvato propone l’inasprimento della sanzione, che passa dalla fascia 165-660 euro a 422-1.697 euro, con sospensione della patente di guida da quindici giorni a due mesi fin dalla prima violazione. In caso di recidiva nel biennio, oltre alla sanzione accessoria della sospensione della patente da uno a tre mesi, già prevista dal Codice vigente, si prevede il pagamento di una somma da 644 a 2.588 euro, oltre a una decurtazione dei punti dalla patente: 8 nell’ipotesi di prima violazione e 10 punti alla seconda.
Autovelox, incremento della sanzione amministrativa fino a 1084 per chi supera due volte il limite in un anno nel centro abitato
Nell’ottica di regolamentare l’utilizzo degli autovelox, si va verso una definizione sulle specifiche tecniche degli apparecchi e sul loro posizionamento. Su richiesta dei sindaci viene proposto un incremento della sanzione amministrativa fino a 1.084 euro e la sospensione della patente da quindici a trenta giorni, esclusivamente nei casi in cui la stessa persona commette la violazione dei limiti di velocità all’interno del centro abitato per almeno due volte nell’arco di un anno.