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31 Agosto 2021 - 14:19“Era contrario al vaccino, temeva che gli avrebbe provocato una trombosi. Era un no vax convinto”. L’ex compagna di Candido Avezzù, poliziotto morto dopo essere rimasto contagiato all’hotspot di Taranto, ha ricostruito al Corriere della Sera gli ultimi giorni di vita del 58enne veneziano. Quest’ultimo lo scorso 10 agosto aveva raccontato su Facebook che il suo stato di salute si era aggravato e che stava per essere trasferito in terapia intensiva. “Sulla lapide lo scudetto del 2, grazie” – aveva precisato facendo riferimento al 2° Reparto Mobile di Padova, a cui apparteneva. Il Covid 19 l’aveva contratto durante le operazioni di sbarco di 300 migranti, in 33, quasi tutti minorenni, erano positivi al virus.
Corrado Avezzù aveva contratto il virus durante le operazioni di sbarco dei migranti: aveva i polmoni devastati
Candido Avezzù è rimasto a Taranto fino al 23 luglio, quattro giorni dopo ha scoperto di aver contratto il coronavirus. “Si è presentato all’ospedale di Jesolo ma gli hanno prescritto una cura antibiotica da fare in casa” – ha raccontato Monica Valotto, l’ex compagna, al Corriere della Sera. Le condizioni del poliziotto sono rapidamente peggiorate. “Tre giorni dopo è stato trasferito all’ospedale Dolo”. L’agente era tra quelli che non avevano ricevuto neanche una dose del siero perché contrario alla vaccinazione. Dopo il ricovero la diagnosi che ha fatto subito comprendere che il percorso sarebbe stato in salita: i polmoni di Avezzù erano devastati.
L’ex compagna: ‘Non si era vaccinato per i timori di una trombosi’, la denuncia della famiglia
Nonostante ciò l’uomo non aveva perso il buon umore e ripeteva scherzosamente: “Mi sono sposato con il Covid” – ha affermato l’ex compagna che ha precisato che non si era vaccinato per i timori di una trombosi. “Non credeva neppure che il virus fosse pericoloso, diceva: io sono più forte del Covid“. Nel frattempo la famiglia ha manifestato l’intenzione di adire le vie legali. I congiunti ritengono che Candido Avezzù poteva essere ricoverato prima. Nel mirino anche le precarie condizioni nei quali lavoravano i poliziotti all’hotspot di Taranto dove il rischio di contagio è elevato per via dell’elevato numero di migranti e per alcune sommosse sedate a fatica.