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Cesena, festa con gli amici del bar Centrale per i 100 anni del ‘Buciòn’ Dino Canducci

Bistecca e Bicir. Gli amici del bar, i compagni di sempre, hanno fatto in modo che il centesimo compleanno di Dino Canducci, cesenate di Sant’Egidio, non passasse inosservato, soprattutto in questi giorni in cui l’umore di tutti è condizionato dagli eventi drammatici che hanno colpito la città nel mese di maggio.

Riceviamo e pubblichiamo

Per questa ragione, hanno ben pensato di spegnere le cento candeline al bar “Centrale” di Sant’Egidio, a Cesena, dove il signor Dino – da loro appellato “Buciòn” – arriva tutte le mattine in sella alla sua bici. Una festa poi riproposta in casa dalle persone a lui più care, a cui ha preso parte anche l’Assessora ai Servizi per la Persona e la Famiglia Carmelina Labruzzo.

Dino Canducci spegne 100 candeline, al bar in bici tutte le mattine

“Al signor Dino – commenta l’Assessora – rivolgiamo i nostri più sinceri auguri di buon compleanno. Ha aperto le porte della sua abitazione accogliendo tutti le persone che hanno voluto festeggiarlo e che nel quotidiano rappresentano la sua vera famiglia. Proprio a loro si racconta condividendo episodi della sua infanzia, della vita lavorativa rafforzata dall’unione con la sua signora, e dell’arte, che lo accompagna da anni. La creatività e l’entusiasmo del signor Dino sono davvero esemplari e rappresentano per tutti noi una bellissima lezione di vita”.

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Frequentatore degli atelier e dei laboratori dei più grandi esponenti della pittura locale, come Alberto Sughi e Giovanni Cappelli, a partire dal suo pensionamento – per decenni ha gestito una cartolibreria/edicola a Sant’Egidio – Dino Canducci ha fatto dell’arte il suo secondo impiego: tutt’oggi infatti realizza dipinti, raffiguranti scene di caccia e di pesca, attività che hanno caratterizzato il suo tempo libero, fischietti in terracotta, vasi e manufatti colorati. Nato il 14 giugno del 1923, all’età di 10 anni ha iniziato a lavorare nell’officina del padre come saldatore.

La passione per l’arte e per la caccia

Forte di un’esperienza lavorativa molto richiesta nel corso degli anni della seconda guerra mondiale, a quindici anni si candidò da civile come manutentore presso una base militare allestita a Caserta. Qui, tra le altre cose, diede dimostrazione a tutti di essere un eroe: durante il suo turno di guardia allertò decine di compagni e militari salvandoli da un attacco aereo.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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