Roberto Benigni su Rai1: un inno all’Europa e alla pace
L'”Europa unita come unica utopia ragionevole“, “la più grande istituzione degli ultimi 5000 anni realizzata sul pianeta Terra dall’essere umano, un progetto, un ideale, una speranza, una sfida, un sogno”, figlio del coraggio e della lungimiranza di “tre uomini, tre eroi, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni”, riuniti “sulla piccola isola di Ventotene”.
Il Manifesto di Ventotene: la nascita dell’utopia europea
“Un sogno economico e politico, di unione e di pace, l’esperimento democratico più emozionante”. Roberto Benigni torna su Rai 1 con Il Sogno e leva il suo inno all’Europa e alla pace, a poche ore dall’attacco della premier Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene e alla vigilia del Consiglio europeo sul piano di riarmo. “Siamo senza rete, in diretta su Rai 1, in diretta anche su Radio2, su Raiplay, in Eurovisione: ma questo è un colpo di Stato, siamo dappertutto, anche sul forno a microonde se lo accendete!”, scherza Benigni aprendo la serata, dagli Studios di via Tiburtina a Roma.
“Saluto il presidente della Repubblica, so che ci sta guardando. E come non salutare Sua Santità papa Francesco, che guarisca presto. Ieri ha detto una frase che mi ha commosso, bisogna disarmare le parole per disarmare le menti e la terra”.
Benigni scherza su Meloni e Musk: ‘L’ha giurato sulla sua Tesla’
“Con la sigla dell’Eurovisione siamo rimasti solo Sanremo e noi stasera, ma non è Sanremo”, ironizza. All’ultimo festival “avevo detto che c’era una storia d’amore tra Giorgia Meloni e Elon Musk. Ma mi ha chiamato Meloni per smentire: non è vero, tra me e Musk non c’è niente, lo giuro sulla mia Tesla”, sorride Benigni. “Ringrazio la Rai che ci dà la possibilità di essere visti in tutta Europa anche se è un momento delicato, di instabilità, divisioni, estremismi, destre al potere, gente che rema contro e la vorrebbe veder fallire…
Il futuro dell’Europa tra sfide e divisioni
La Rai, non l’Europa” – precisa scherzando. In un momento in cui “i potenti del mondo sono tutti personcine tranquille, perbene, sagge equilibrate e al pensiero che gli armamenti e le bombe atomiche sono nelle loro mani si va a dormire tranquilli”, e “a Putin piace proprio l’Europa, ci vuole entrare a modo suo, bussa con i carrarmati”, per Benigni “c’è da essere orgogliosi di essere europei: l’Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni, ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dell’umanità”, “un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi”.
L’Europa, insiste il premio Oscar citando De Gasperi, “il più grande Presidente del consiglio che abbiamo avuto”, “non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo, è una cosa calda, vicina, piena di passione e amore. Non a caso il suo inno è L’Inno alla gioia di Beethoven”.
‘Nazionalismo carburante di tutte le guerre’
Da “europeista estremista”, convinto che il nazionalismo sia “il carburante di tutte le guerre”, “una fede integralista, un’ossessione per la nazione al di sopra di tutto, anche di Dio, una malattia che si maschera da patriottismo”, il premio Oscar sottolinea che “la pagina più commovente ed entusiasmante” di questo cammino federale è stata scritta proprio in Italia, “in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene.
Mentre tutto intorno c’erano rovine, morti, cadaveri, nel 1941, su questo scoglio, tre uomini, tre eroi, Spinelli, Rossi e Colorni, ebbero un lampo, un’idea, di cambiare tutto, girare pagina: l’idea dell’unità europea. Pensavano al nostro futuro, con un documento che era un sogno ma anche di una concretezza e di una profondità straordinaria”.
Racconta così la storia del Manifesto di Ventotene, “una sorta di favola”, scritta da uomini che “non guardavano alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni”. Un testo che “contiene alcune idee superate, legate a quel periodo storico ma questo non toglie la sua grandezza, “perché l’idea centrale è ancora attualissima”, fondata sulla “giustizia sociale che non lascia indietro nessuno”