“Il primo pensiero? Che dovevo morire. Avevo freddo e paura, pensavo che fossi morta Sentivo già le gambe fredde e le mani mi tremavano Ho chiamato mio marito che non c’è più, è morto cinque anni fa: lui e il Signore mi hanno aiutato”. Rosalia De Giosa, la donna di 74 anni estratta viva dopo 27 ore dalle macerie della palazzina crollata mercoledì 5 marzo a Bari, parla a fatica. “Gridavo aiuto, aiuto e non mi sentivano”.
‘Chiamavo mio marito che è morto 5 anni fa’
È ricoverata al Policlinico di Bari: ha due fratture costali e una serie di ecchimosi al torace, al bacino e agli arti inferiori. Le sue condizioni sono stabili, sostengono i medici che però vogliono tenerla in osservazione ancora qualche giorno perché “ci sono altre lesioni che a volte si vedono a distanza di tempo”.
Rosalia ricorda che chiedeva “aiuto. Ma nessuno mi sentiva. Il mio telefono – racconta – squillava ma era in un’altra stanza. A un certo punto ho visto una luce e ho sentito i rumori di gente che scavava e con un filo di voce ho chiesto aiuto, ma non mi sentivono”.
“Poi – ha aggiunto – ieri mattina ho visto i fari dei Vigili del fuoco e ho gridato di nuovo ‘aiuto aiuto’, e uno di loro, Giuseppe, mi ha detto ‘signora un momento, ora veniamo’. Ma ci voleva tempo perché stavano scavando. Poi quando li ho visti hanno iniziato a togliere le pietre e i ferri che stavano su di me”. “Io – spiega Rosalia – ero andata a casa”, nel palazzo che era stato sgomberato perché pericolante un anno fa, e in cui lei tornava ancora, “a prendere un po’ di roba per andare a un funerale: stavo uscendo quando ho sentito un forte rumore e la porta blindata è caduta su di me”.
‘Mi sono nascosto sotto una porta, vedevo le pietre cadere’
Qui sotto, spiegano dal Policlinico, si è creata una sorta di bolla che l’ha protetto. “Mi sono nascosta sotto questa porta – afferma Rosalia – e vedevo le pietre e i tufi cadere. Il mio primo pensiero è stato che dovevo morire. Pensavo a mio figlio e ai miei nipoti”.
Poi, Rosalia De Giosa, chiede della sua cagnolina: “Era vicino a me, Samira, è un maltese, come sta?”. Infine, rivolge ancora un pensiero a quel vigile che l’ha salvata, Giuseppe: “L’ho abbracciato”, ricorda, “gli voglio dire grazie, grazie ancora”.
La cagnolina Samira è salva ma è fuggita: ricerche in corso
La gratitudine non è solo sua, ma anche di alcuni cittadini che, nei pressi del palazzo crollato, hanno srotolato uno striscione con la scritta “il pompiere paura non ne ha”. La cagnolina è stata consegnata ai parenti, ma poi è scappata in cerca della padrona e vigili e residenti sono impegnati in queste ore nel rintracciare la meticcia che è microchippata. Commosso il figlio della 74enne. “L’ha salvata mio padre”.