Tragedia del Natisone: le ultime disperate richieste di aiuto di Patrizia Cormos, la rabbia della madre

I tre giovani scomparsi dopo essere stati travolti dalle acque del NatisoneLe vittime della tragedia del Natisone

Le telefonate al 112: ‘Non abbiamo più tempo, solo un elicottero può salvarci

“Non abbiamo tanto tempo… non ce la facciamo più”. Sono le disperate richieste di aiuto che Patrizia Cormos fa al 112 spiegando al vigile del fuoco che risponde alle varie chiamate di aiuto, mentre con i due suoi amici Bianca Doros e Cristian Molnar si trova bloccata tra le acque del Natisone che salgono rapidamente e in modo sempre più impetuoso. Il vigile del fuoco risponde alle richieste: “Dobbiamo arrivare, eh”.

Le registrazioni di quegli attimi – diffuse ieri dal Tg1 – sono agli atti dell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine per verificare se ci sono responsabilità statale tra i soccorritori. Nell’inchiesta sono quattro le persone indagate. Le registrazioni sono state rese note due giorni fa con un commento della madre di Patrizia, Michaela, critica nei confronti dei soccorritori.

Alle 13:29 la ragazza fa la prima richiesta, poi alle 13:36 fa una seconda telefonata, indicando che lei ei suoi amici sono circondati dall’acqua. “Non ce la facciamo più”, urla nell’ultima telefonata, alle 13:38. In una delle tre chiamate la ragazza viene lasciata in attesa per sei minuti. In una telefonata chiede l’intervento dell’elicottero, unico mezzo che può trarli in salvo. “Abbiamo attivato anche quello”, risponde dall’altro capo del telefono.

Prima dell’arrivo dell’elicottero, i Vigili del fuoco sul posto provano a raggiungere i tre lanciando corde dall’alto mentre un altro vigile si lancia in acqua, ma non riesce a raggiungerli per via della forte corrente.

Indagini in corso: quattro soccorritori indagati per omicidio colposo plurimo

Una voce impaurita, disperata. Quella di Patrizia Cormos, una delle tre vittime del Natisone, durante la telefonata al 112: «Non abbiamo più tempo, la prego, non ce la facciamo più. Solo un elicottero può salvarci».

Dall’altro lato, la risposta del vigile del fuoco di turno, Andrea Lavia, finito sul registro degli indagati della Procura di Udine, che lo accusa di omicidio colposo plurimo insieme ad altri tre colleghi. È il 31 maggio 2024. Quel giorno, oltre alla ventenne Patrizia Cormos, perdono la vita i due amici Bianca Doros (23) e Cristian Molnar (25), tutti inghiottiti dalla piena del fiume a Premariacco.

Gli audio delle telefonate, che sono tra alcuni dei reperti più importanti nelle indagini, sono stati ascoltati anche dalla mamma di Patrizia, Michaela, che non riesce a contenere rabbia e indignazione: «È una vergogna. I ragazzi sono stati messi in attesa, senza alcun sostegno, e l’operatore sembrava quasi scocciato», le sue parole riportate dal Gazzettino .

Le accuse della madre di Patrizia: ‘Una vergogna, lasciati in attesa mentre chiedevano aiuto

Nella registrazione si sentono chiaramente le lacrime di Bianca in sottofondo e le urla disperate in tedesco di Cristian. «In quanti minuti arrivate?», chiede Patrizia nella telefonata. «Siamo a Cividale, ci vuole un po’», risponde l’operatore, che poi le chiede di inviare video, foto e posizione. La giovane cerca di rassicurare gli amici, di restare calma, ma viene messa in attesa. Per sei interminabili minuti.

Quando decide di riattaccare e richiamare, risponde lo stesso operatore con tono quasi infastidito: «Ancora la signora del Natisone». A quel punto, le forze sembrano abbandonare la ragazza che supplica ancora un intervento veloce: «Non abbiamo più tempo, non ce la facciamo più, solo elicottero può salvarci». Poi il silenzio.

«Chiunque chiami per chiedere aiuto non dovrebbe mai essere messo in attesa – continua la madre di Patrizia -. Chi risponde dovrebbe cercare di rassicurare, di offrire una parola di conforto, e non lasciare che l’unico suono in linea sia una musica di sottofondo».

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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