Scomparsi per due giorni, ritrovati su un treno a Torino: l’odissea di due adolescenti

I due ragazzini hanno fatto vivere ore di ansia ai genitoriI due ragazzini hanno fatto vivere ore di ansia ai genitori

L’allontanamento volontario e l’appello dei genitori

Due ragazzi di 14 e 13 anni, residenti nella frazione Malanghero di San Maurizio Canavese, sono stati ritrovati questa mattina, giovedì 27 febbraio, su un treno della linea Torino-Milano alla stazione di Porta Susa, dopo essere scomparsi per oltre due giorni.

L’allarme era scattato nella notte di martedì 25 febbraio, quando i due minorenni si erano allontanati da casa senza dare spiegazioni. Il 14enne aveva lasciato un biglietto in cui spiegava di non avere rancori nei confronti di nessuno, ma di sentire il bisogno di “prendere un periodo di pausa”.

Mercoledì il caso è stato trattato dalla trasmissione televisiva Chi l’ha visto?” su Rai 3, che ha diffuso l’appello disperato dei genitori del maggiore dei due: “Si può risolvere tutto, torna a casa”.

Le ricerche e la fuga dalla stazione di Santhià

Le indagini si sono concentrate su Milano, dove gli ultimi segnali dei telefoni dei ragazzi erano stati rilevati in piazza del Duomo. Nelle ultime ore la svolta nelle ricerche: i due adolescenti sono stati individuati dai carabinieri alla stazione ferroviaria di Santhià (Vercelli).

Alla vista dei militari, però, i ragazzi sono fuggiti, facendo perdere nuovamente le proprie tracce. L’immediata segnalazione ha attivato un allarme su tutti i treni e le stazioni della zona.

Il ritrovamento su un treno per Torino e il ritorno a casa

Poco dopo, un capotreno su un convoglio diretto a Torino ha riconosciuto i due giovani e ha allertato il 112. Alla stazione di Torino Porta Susa, una pattuglia della polizia ferroviaria ha preso in custodia i ragazzi e ha avvisato le famiglie, mettendo così fine alla loro fuga.

I genitori, sollevati, hanno finalmente potuto riabbracciare i propri figli dopo giorni di angoscia. “Sono tre notti che è andato via”, aveva raccontato il padre di Emanuele, Gianfranco, nella trasmissione di Rai 3. “È un ragazzo intelligente e forte, ma resta pur sempre un adolescente”.

L’intera vicenda si è conclusa senza conseguenze gravi, ma ha riportato l’attenzione sull’importanza della comunicazione tra genitori e figli, e sul ruolo delle segnalazioni tempestive nelle ricerche di persone scomparse.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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