Avrebbe voluto costituirsi, tanto che vagava fuori dal commissariato di Porta Genova, quando è stato bloccato in quella zona dalla Polizia, Raffaele Mascia, 21 anni, fermato per aver ucciso tre giorni fa a colpi di pistola l’ucraino Ivan Disar, 49 anni, e per aver ferito il connazionale Pavel Koresko, nella
panetteria di piazzale Gambara, a Milano, gestita dal padre.
Ivan Disar ucciso nella panetteria del padre: ‘La pistola non la troverete’
Il 21enne non ha negato le sue responsabilità. Nel provvedimento di fermo, eseguito lunedì 18 febbraio verso le 20:30, si contestano l’omicidio e il tentato omicidio aggravati dai futili motivi e il porto illegale dell’arma. Il giovane avrebbe ribadito di aver sparato perché lo prendevano in giro. “É la legge della strada” – avrebbe riferito. Una vicenda che si sarebbe consumata in due minuti.
Tanti ne sarebbero trascorsi tra il momento del diverbio e gli spari dopo aver preso la pistola nel retrobottega dove aveva anche una katana, uno storditore elettrico e un manganello telescopico. “La calibro 38 non sarà mai ritrovata” – ha detto. Un’altra testimone ha smentito la tesi che i due ucraini e la donna si trovassero in un locale vicino alla panetteria con Raffaele Mascia.
La testimone: ‘Non è venuto a bere da noi con loro’
“Li abbiamo visti passare ma non sono venuti da noi a bere. Abbiamo visto loro due ma non c’era il figlio del panettiere. Gli spari? Avevamo la musica alta e non abbiamo sentito. Poi lei è uscita, gridava che avevano sparato e poi si è allontanata. Il padre del ragazzo lo abbiamo fatto uscire noi. Era come paralizzato”.
Gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Carlo Parodi della Procura diretta da Marcello Viola, avevano già raccolto diversi elementi a suo carico, come la testimonianza della 49enne moldava che era nella panetteria di piazzale Gambara sabato 15 febbraio, assieme ai due ucraini, e le immagini di una telecamera di videosorveglianza, collocata vicino all’uscita nel retro dell’attività commerciale che lo avrebbero ripreso mentre fuggiva dopo aver sparato.
I precedenti
Raffaele Mascia era stato arrestato quando era ancora minorenne per spaccio di hashish ed era finito in una comunità dalla quale era più volte scappato. Sempre per droga era stato arrestato da maggiorenne. Il padre, molto conosciuto in zona, aveva fatto di tutto per aiutarlo e gli aveva messo a disposizione anche il retrobottega della panetteria di cui il 21enne aveva anche le chiavi.