“Sanremo su Mediaset? La mia presenza qui non sottende nulla di questo. Apprezzo la domanda molto futuristica, ma è più facile che io conduca il Festival qui in Rai e non che Mediaset si prenda tutto il baraccone di Sanremo” – così Gerry Scotti durante la conferenza stampa di presentazione della prima serata del Festival di Sanremo 2025.
Gerry Scotti: ‘Festival di Sanremo su Mediaset? Più facile che lo conduca in Rai’
“Se posso, quindi, fare la spia anche qualificata, in azienda non ho mai sentito seriamente parlare di un’operazione del genere, quindi discuterne adesso come una possibilità sarebbe veramente pura fantasia”. Poi un pensiero a Silvio Berlusconi. Alla domanda su cosa gli avrebbe detto il fondatore di Mediaset vedendolo sul palco dell’Ariston, Scotti ha risposto con un sorriso: “Probabilmente quello che mi diceva ogni volta che mi vedeva: ‘Mettiti la cravatta’” – ha affermato imitando la voce del Cavaliere. “Infatti non ce l’ho oggi ma magari domani la metto”.
Il conduttore de La Ruota della Fortuna ha scherzato sulla sua partecipazione al Festival come patto di non belligeranza tra Rai e Mediaset. “Avrebbero dovuto pagarmi di più. Se nel momento in cui ha suonato il telefono” con la chiamata di Carlo Conti “non avessi risposto non sarei qui” – ha spiegato Scotti. “Nessuno si è mai posto il problema di fare di me una bandiera bianca. Il nostro amministratore delegato (Piersilvio Berlusconi, nda) ha detto che il Festival lo vede benissimo sulla Rai. Anche io lo vedo sulla Rai”.
‘Metà della mia famiglia fucilata dai fascisti’
Quasi al termine della conferenza stampa di lunedì 10 febbraio ai tre conduttori è stato chiesto se si dichiarano antifascisti?. “Certo, che problema c’è? Siamo nel 2025” ha risposto Carlo Conti, conduttore e direttore artistico della manifestazione. Gerry Scotti ha aggiunto: “Io ho avuto metà della famiglia fucilata dai fascisti, pensa un po’”. Conti ha concluso: “Mai dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni perdendo la vita per permetterci di stare qui a parlare liberamente. Però trovo questa domanda un po’ anacronistica, mi preoccupa di più l’intelligenza artificiale”.