‘Trastevere come il Bronx’ Il figlio di Marina La Rosa vittima del knockout game

Lo sfogo di Marina La Rosa sui social e a Pomeriggio 5Lo sfogo di Marina La Rosa sui social e a Pomeriggio 5

L’aggressione a Trastevere: il racconto di Marina La Rosa

“Mio figlio vittima di un gioco violento a Trastevere, diventata come il Bronx”. Con queste parole, Marina La Rosa, ex concorrente della prima edizione del Grande Fratello, ha denunciato sui social l’aggressione subita dal figlio sedicenne a Piazza San Calisto, nel cuore della movida romana.

L’episodio è avvenuto nella tarda serata, poco dopo le 23, quando il ragazzo è stato colpito improvvisamente con un pugno in volto. “Si è girato ma non ha capito neanche da chi arrivasse”, ha raccontato La Rosa. “Girandosi, ha visto il suo amico a terra, anche lui colpito da qualcuno”.

Il pericoloso fenomeno del ‘knockout game’

L’ex gieffina ha fatto riferimento al cosiddetto knockout game, un inquietante fenomeno in cui sconosciuti colpiscono all’improvviso passanti ignari, per poi dileguarsi tra la folla. Un ‘gioco’ pericoloso che ha già fatto discutere in passato e che sembra essere sempre più diffuso nelle strade della capitale.

La denuncia sulla sicurezza nel quartiere

Oltre al racconto dell’aggressione, Marina La Rosa ha espresso forti critiche sulla sicurezza nella zona. “Quando mi chiedete se mi fido delle forze dell’ordine e vi scandalizzate perché dico di no, io rispondo: no, non mi fido”, ha dichiarato sui social. Secondo quanto raccontato dalla showgirl, gli stessi poliziotti in Questura le avrebbero confermato la grave carenza di organico nella gestione della sicurezza a Trastevere. “Di sabato sera, una zona così complicata viene sorvegliata solo da 3 a 7 agenti?”, ha sottolineato con preoccupazione.

Il caso del 15enne accoltellato per una rapina

L’episodio denunciato da Marina La Rosa si inserisce in un quadro più ampio di violenza che sta colpendo il quartiere. Solo pochi giorni prima, un altro giovane, un ragazzo di 15 anni, è stato accoltellato all’addome durante un tentativo di rapina.

I genitori della vittima hanno espresso il loro sgomento: “Poteva succedere a chiunque. Nostro figlio ha subito consegnato il portafoglio, dicendo di non avere nulla con sé. Ma i rapinatori, delusi dal bottino, lo hanno colpito prima con un pugno alla testa e poi con un fendente al fianco”. Il tempestivo intervento dei soccorsi ha evitato il peggio, ma la vicenda solleva interrogativi sulla sicurezza nelle zone della movida romana.

Appello alle istituzioni: “Serve più sicurezza”

Alla luce di questi eventi, Marina La Rosa ha annunciato l’intenzione di scrivere al questore di Roma e al Comune per chiedere un rafforzamento delle misure di sicurezza a Trastevere. “Vorrei che tutti quelli che vanno in questo quartiere tornassero a casa sereni, tranquilli, sani e salvi”, ha concluso.

La sua denuncia si unisce a quella di tanti altri cittadini preoccupati per l’escalation di violenza che sta trasformando Trastevere in un luogo sempre meno sicuro.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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