Occhi fissi alla telecamera durante la puntata di giovedì 30 gennaio. Bruno Vespa ha chiuso il suo talk show Cinque Minuti difendendo l’operato del governo Meloni sul caso del carceriere libico Nijeem Osama Almasri.
Bruno Vespa prende posizione sul caso Almasri
In studio, il dibattito è acceso. Da un lato, Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, mostra le immagini dei migranti torturati nei centri libici; dall’altro, il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto di Forza Italia difende la scelta dei ministri indagati di non riferire in Parlamento. Le voci si accavallano, il confronto diventa serrato.
Alla fine, però, è il conduttore a prendere la scena. Con tono sempre più alto e visibilmente irritato, sbotta: “Quello che i signori dietro la luce rossa non sanno – dice rivolto agli spettatori – ma che i parlamentari informati di tutti i partiti conoscono bene, è che in ogni Stato si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per garantire la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutto il mondo”. Poi, i titoli di coda. Fine del dibattito.
Bruno Vespa perde la pazienza a Cinque Minuti
Di questo si parlava nel talk show di Rai1 condotto da Vespa, con un confronto acceso tra Bonelli e Sisto. Per ragioni di tempo, il giornalista ha dovuto chiudere bruscamente il dibattito, adeguandosi ai toni accesi e pronunciando parole dure: “Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno, ma che i parlamentari conoscono bene, è che in ogni Stato si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli Stati del mondo”.
Le parole della premier
L’indagine che coinvolge Giorgia Meloni sul caso del generale libico Almasri continua a tenere banco nel dibattito politico. Arrestato e subito liberato dalle autorità italiane, il generale è stato riportato in Libia su un volo di Stato. Secondo la premier, l’esposto nei suoi confronti, così come nei confronti di due ministri e un sottosegretario, rappresenta un “danno per la nazione”, come dichiarato nel corso dell’evento La Ripartenza organizzato da Nicola Porro.
Vespa ha così lasciato intendere di sostenere il principio della ragion di Stato, legando la decisione del governo sul rimpatrio di Almasri a una strategia controversa ma necessaria per gli interessi nazionali.
Meloni sull’azione della Procura di Roma
Sull’atto con cui la Procura di Roma ha trasmesso l’esposto al Tribunale dei Ministri, informando le persone coinvolte – ovvero la premier Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano – la presidente del Consiglio ha parlato di “atto voluto”, sottolineando: “Tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità”, facendo riferimento a denunce presentate da cittadini contro le istituzioni, che in passato non hanno portato a iscrizioni nel registro degli indagati, come avvenuto negli anni del Covid.
Un’esposizione sempre più frequente
Non è la prima volta che Vespa prende posizione pubblicamente in difesa del governo. Solo pochi giorni fa, su X, aveva attaccato la giornalista Cecilia Sala, accusandola di un comportamento “semplicemente vergognoso” per non aver ringraziato Giorgia Meloni. Pronta la replica della reporter. “Ho ringraziato Giorgia Meloni e il Governo”.
Vespa SERENISSIMO pic.twitter.com/SyRARrUdx4
— LALLERO (@see_lallero) January 30, 2025