Moses da Bruno Vespa sulla bimba rapita: ‘Ho creduto a mia moglie, neanche mia suocera se n’è accorta’

Moses a Cinque minutiMoses a Cinque minuti

“Ho creduto a mia moglie perché siamo da tanto tempo insieme, quasi 13 anni. Prima di partire per il funerale di mia madre, a maggio scorso, mi ha detto che era incinta. E io le ho creduto. Sono tornato ad agosto e ho visto che la pancia era cresciuta Lei faceva le analisi”. Lo ha detto a Cinque minuti Moses Omogo Chidiebere, il marito di Rosa Vespa, la 52enne fermata dalla Squadra mobile di Cosenza con l’accusa di avere sequestrato nel tardo pomeriggio dello stesso giorno una neonata, Sofia, sottraendola con uno stratagemma alla madre nella clinica Sacro Cuore di Cosenza. “Ha fatto tutto da sola”.

Moses a Cinque Minuti ribadisce la sua versione sul rapimento della piccola Sofia: ‘Ha fatto tutto da sola’

“Anche mia suocera che viveva con noi non si è accorta di nulla. Ha fatto tutto da sola. Lei mi ha detto che il dottore le disse che era un maschio. Il 21 gennaio mia moglie mi disse che era il giorno delle dimissioni e io ho preso mezza giornata libera dal lavoro. Io ho organizzato la festa di benvenuto con tutti i familiari”. Alla domanda se è ancora innamorato della moglie, Moses ha detto: “Sto cercando di riprendermi. Non voglio pensare a questo” – ha aggiunto il 43enne.

L’ordinanza : il marito succube di Rosa Vespa

Una personalità “chiaramente soccombente rispetto a quella della moglie”. È quanto emerge dall’ordinanza di arresto di Rosa Vespa, 51 anni – accusata del sequestro della piccola Sofia, avvenuto lo scorso 21 gennaio a Cosenza – a proposito del marito, Moses Omogo Chiediebere.

Quest’ultimo, pur essendo indagato in concorso con la moglie per il rapimento della neonata , è stato scarcerato perché ritenuto all’oscuro di tutto: come da lui stesso affermato durante l’interrogatorio di garanzia, non avrebbe “mai sospettato della veridicità della gravidanza”. ” inscenata dalla donna né “dell’avvenuta nascita di un bambino”. Un rapporto di coppia “asimmetrico – annota il gip -, nel quale l’Omogo si pone in una posizione di piena accondiscendenza e cieca fiducia nei confronti della Vespa”, il suo “unico punto di riferimento familiare e affettivo in Italia”.

L’allarme sul ritardo e la gravidanza simulata

Vespa, approfittando di un falso allarme dovuto a un ritardo nel ciclo mestruale, avrebbe simulato uno stato di gravidanza inesistente per nove mesi e, al fine di portare avanti questa sua ‘folle sceneggiata’, avrebbe chiesto più volte al marito e alla madre di essere accompagnata nella clinica del ‘Sacro Cuore’ per dei finti controlli, chiedendo di volta in volta di attendere fuori dalla struttura. Anche il giorno del presunto parto, l’8 gennaio, la donna avrebbe detto loro che sia lei che il piccolo avevano contratto il Covid e non avrebbero potuto ricevere visite, trascorrendo in realtà la notte in un albergo al centro di Cosenza.

Le chat inviate a Moses

Nelle chat rinvenute sul suo cellulare, foto di neonati scaricate dalla rete e inviate al marito, corredate dalle frasi: ‘amo’, Anselmo dorme’ e ‘Dio è grande sempre’. Omogo, interrogato dagli inquirenti, ha sostenuto di aver visto la pancia della moglie crescere nei mesi, al punto da sembrare a tutti gli effetti quella di una donna incinta, e di aver visto addirittura la donna nell’atto di tirarsi il latte con un tiralatte.

Dopo il parto, avrebbe anche chiesto alla moglie istruzioni su come registrare la nascita del bambino, ricevendo rassicurazioni dalla Vespa che, “verosimilmente approfittando della non perfetta conoscenza delle procedure burocratiche italiane da parte del marito”, gli avrebbe fatto credere di aver già firmato un documento e che sarebbe stata sufficiente la sola firma della mamma.

La festa per Ansel e la finta lettera di dimissioni

Un castello di bugie, venuto giù nelle ore successive al rapimento con il blitz della polizia in casa. Nell’appartamento, dove era in corso la festa con i parenti per la nascita di ‘Ansel’, gli agenti sono arrivati ​​anche una finta lettera di dimissioni su un foglio A4, con su scritto: “Oggi 25/’1/2025 alle 17.30 il paziente Omogo Anselmo viene dimesso perché negativo al Covid. Con la presente si ricorda visita pediatrica giorno 04/02/2025 ore 16 presso Sacro Cuore (I Greco). Cosenza)”. 

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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