Coppia fermata per sequestro a Cosenza, il vicino: ‘Felici per la gravidanza, avevano preparato le bomboniere’

Rosa Vespa e Acqua MosesRosa Vespa e Acqua Moses

“Siamo tutti sconvolti. Nel nostro condomino le famiglie abitano da più di 40 anni e siamo, e non per modo di dire, una famiglia. Rosa è sempre stata una ragazza sana, vivace. Ha trovato l’amore, con questo ragazzo, bravissimo. Un gran lavoratore e molto rispettoso di tutti”. A parlare così di Rosa Vespa e Acqua Moses, i coniugi fermati per il sequestro della neonata a Cosenza, è un vicino di casa della coppia, che abita nello stesso palazzo a Castrolibero.

Rosa Vespa e Acqua Moses fermati per il rapimento della piccola Sofia: parla il vicino

“Siamo stati tutti felici all’annuncio della gravidanza” ha aggiunto riferendosi alla gravidanza simulata dalla donna per nove mesi. “Nessuno – ha detto – si era insospettito, considerata anche l’età (51 anni, nda). Sono questioni personali, e se qualcuno può fare dei pensieri su questo, non sono cose che si vanno a chiedere per delicatezza. Rosa fisicamente è sempre abbondante. Poi metteva dei vestiti che in qualche modo mettevano in evidenza la pancia. Per quello che ne so ha sempre mostrato gli esiti delle ecografie, persino la morfologica. Quindi, che sospetti potevamo avere? Che si sappia, lei non ha mai chiesto alla madre o alla sorella di farsi accompagnare in occasione delle visite mediche. Del resto, è stata sempre molto indipendente”.

“Poi – racconta ancora il vicino – all’annuncio della nascita, l’8 gennaio, la felicità di tutti. Ma ha chiesto che nessuno andasse in clinica perché, diceva, non facevano entrare perché c’era qualche caso di Covid. Poi è tornata dalla madre, qui, dopo qualche giorno, senza il bambino. Ha detto che lo avevano trattenuto per gli accertamenti. Da qualche giorno si preparava a casa per la festa dell’arrivo di Ansel, aveva preparato le bomboniere, tantissimi dolci, ogni stanza, ogni oggetto addobbati a festa. Ieri ha detto che poteva andare a prendere il bambino in clinica, che glielo avrebbero dato, e che festa poteva essere”.

‘Non sospettavamo nulla, ai familiari diceva di non andare in clinica per il Covid’

“Quello che so – ha concluso il vicino – è che è una famiglia sana, umile, di principi forti. La mamma di Rosa e la sorella Marina sono meravigliose. Quello che ho sentito dalle parole scambiate qui nel palazzo, è che il marito di Rosa, all’arrivo della Polizia, sembrava cascare dalle nuvole, sorpreso anche lui come gli altri parenti. No, non so darmi una spiegazione. Quello che so è che qui c’è una famiglia distrutta” – ha chiosato il vicino di casa della coppia.

“Non emergono collegamenti tra gli autori arrestati e la famiglia” della piccola Sofia. Lo ha detto il capo della Squadra mobile di Cosenza Gabriele Presti in relazione al rapimento di martedì 21 gennaio di una neonata di appena un giorno da una clinica del capoluogo di provincia calabrese.  

Nessun collegamento con la famiglia della neonata

Le indagini proseguono anche per valutare la sicurezza del punto nascite e capire “come sia stato possibile che una coppia di persone senza titoli si sia introdotta superando le normali procedure di controllo”. La polizia, in una nota diffusa alla stampa, ha spiegato che il personale della Squadra Mobile e dell’U.p.g.s.p. è intervenuto presso la clinica “Sacro Cuore” di Cosenza, dopo la segnalazione del sequestro di una neonata, Sofia Cavoto, nata il 20 gennaio 2025 e figlia di una coppia di italiani.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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