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Copagri Campania: migliorare e intensificare i controlli antifrode sulla filiera del latte bufalino

Sono ormai passati circa 40 anni dalla prime interrogazioni parlamentari sulle “iniziative che si intendono assumere per reprimere l’illecito impiego di latte vaccino nella produzione di mozzarelle di bufala” o sulle “sulle urgenti disposizioni nonché sulle misure che si intendono adottare per porre fine alle numerose truffe che si verificano nel settore della produzione e commercializzazione della mozzarella di bufala”. Da allora cosa è cambiato? Questo è l’interrogativo che Salvatore Ciardiello – presidente di Copagri Campania – e moltissimi allevatori bufalini si chiedono.

Il presidente di Copagri Salvatore Ciardiello: ‘A 40 anni dalle prime interrogazioni si è fatto ancora troppo poco’

A livello normativo molto, nella sostanza molto poco! Ma noi non ci arrenderemo – prosegue Ciardiello – perché in tempo di intelligenza artificiale non ci sembra affatto difficile, per esempio, creare un’unica banca dati per l’intera filiera del latte bufalino, al fine di tracciarne integralmente il percorso fino alla trasformazione e la vendita del prodotto finale. Le bufale sono censite una ad una, hanno i marchi auricolari e persino i boli endoruminali, sono controllate più volte all’anno, sappiamo tutto di loro.

Vorremmo che la stessa cosa accada anche per il resto della filiera, fino alla vendita del prodotto finale, senza alcuna possibilità di interruzione di tracciabilità e, soprattutto, con serrati controlli alla trasformazione. Nonostante un trend di produzione certificata, nel 2023, di 55.588 tonnellate di mozzarella di bufala campana dop, oltre ad altrettante decine di migliaia di tonnellate di mozzarella di latte bufala (non dop), non ci capisce bene il perché si stia registrando, ancora una volta, il crollo del prezzo del latte pagato agli allevatori, talmente basso da non consentire di coprire nemmeno i costi di produzione della materia prima.

Grazie alle politiche di sostegno e risanamento adottate dalla Regione Campania per la brucellosi, gli allevatori bufalini sono passati dal buio più totale a intravedere la luce in fondo al tunnel. Ma adesso non possiamo assolutamente consentire che gli allevamenti soccombano, a causa dell’imposizione unilaterale del prezzo del latte alla stalla, così esiguo da mettere in crisi le aziende del nostro territorio. Copagri Campania ritiene che l’esponenziale aumento delle importazioni di latte e semilavorati esteri, registrate negli ultimi anni, costituiscano un grave pericolo per i nostri allevatori se non saranno adottate, nell’immediato, rigorose politiche di controlli antifrode.

È necessario un sistema serio di tracciabilità di filiera, per conoscere come vengono trasformate, etichettate e vendute al consumatore queste enormi quantità di materia prima importata. Per esempio – continua Ciardiello – rispetto alle 350 tonnellate di cagliata di bufala importate nel 2023, almeno quelle che sono state censite, sappiamo come sono state trasformate, etichettate e vendute? Per tali motivi, a garanzia di tutti, specie degli allevatori, come sempre anello debole della filiera, ancora una volta Copagri Campania chiede al Ministero della Sovranità Alimentare, all’Ispettorato repressione frodi di intensificare al massimo i controlli antifrode lungo tutto la filiera del latte bufalino.

‘Bisogna intensificare i controlli antifrode’

Stando al prospetto delle sanzioni irrogate dal MASAF-ICQRF ai sensi del D.lgs. n. 198/2021, al 6 dicembre 2024 nessuna azienda di trasformazione del latte bufalino è stata interessata da provvedimenti afferenti alle pratiche commerciale sleali. Ciò non si concilia affatto con quanto sostengono, da tempo, molti allevatori.

Pertanto – conclude Salvatore Ciardiello – invitiamo i produttori che subiscono eventuali pratiche commerciali sleali, quali pagamenti a più di 30 giorni, annullamenti con preavviso breve di ordini, modifiche contrattuali unilaterali da parte dell’acquirente, rifiuto di conferma scritta di un accordo di fornitura da parte dell’acquirente, ritorsioni commerciali da parte dell’acquirente, a presentarsi presso i nostri uffici di zona per segnalare tali condotte. Copagri Campania si farà carico di inoltrare alle autorità competenti le eventuali denunce raccolte.

Giuseppe D'Alto
Giuseppe D'Alto
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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