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Maria Ruggia morta dopo essere rimasta 8 giorni su una barella a Palermo, la figlia: ‘Si poteva salvare’

Maria Ruggia morta dopo essere rimasta su una barella per 8 giorni a Palermo

“Ho chiesto scusa a mia madre per averla portata al pronto soccorso dell‘ospedale Ingrassia. Io mi sono sentita in colpa perché penso che noi siamo responsabili anche delle scelte che facciamo”. Romina Gelardi la figlia di Maria Ruggia, 76 anni, morta dopo essere rimasta 8 giorni su una barella al pronto soccorso dell’Ingrassia di Palermo parla proprio davanti all’area di emergenza dove è morta la madre.

La rabbia della figlia di Maria Ruggia: ‘Ho chiesto scusa a mia madre per averla portata in quell’ospedale’

“Ho scelto questo ospedale, anche se in verità l’ospedale è più vicino, quindi per me un ospedale vale l’altro perché penso dovrebbe essere così. Ma adesso lo sconsiglio, non porterò più nessuno in questo ospedale” – ha aggiunto. “Mia mamma si poteva salvare. Farò di tutto per scoprirlo perché spero che la giustizia faccia il suo corso. Secondo me ha contratto un’infezione proprio al pronto soccorso, perché c’è stato un peggioramento dopo un’iniziale miglioramento, aveva anche difficoltà respiratorie” – ha spiegato la figlia di Maria Ruggia.

“Mia madre non è entrata per questo motivo. I medici mi dicevano che aspettavano di portarla in reparto perché soltanto lì potevano fare le terapie dovute, perché essendo un pronto soccorso erano molto limitati nel nell’intervenire”. La figlia della paziente sottolinea che i medici dell’area di emergenza “non hanno potuto fare nulla, non hanno potuto curare l’insufficienza renale. E questo non è potuto accadere perché mia madre solo al decimo giorno è stata trasferita in reparto. Secondo me se arrivava prima si poteva salvare e iniziare la terapia, invece dopo poche ore è morta”.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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