Alzando le mani e sbracciando Rocio Espinoza Romero, la mamma di 34 anni travolta e uccisa da un tir a Milano davanti ai suoi bimbi di un anno e mezzo, avrebbe cercato di fermare l’autista che, poi, l’ha investita e trascinata per 13 metri. Alla guida del mezzo pesante c’era il 24enne Francesco Monteleone. Il ragazzo, dopo l’incidente, si è dato alla fuga e si è diretto al lavoro presso una cava ad Arluno. “Non me ne sono accorto” – avrebbe detto.
Rocio Espinoza Romero aveva tentato di fermare il tir, la testimonianza choc: ‘Ha spinto il passeggino e salvato i figli’
É la scena raccontata da un testimone oculare del terribile incidente di mercoledì 12 dicembre in viale Renato Serra, in cui la giovane madre ha perso la vita per ‘proteggere’ i suoi figli sul passeggino spinto dalla nonna. La deposizione è tra quelle a corredo dell’indagine della Polizia locale e della pm Paola Biondolillo che hanno portato ad arrestare per omicidio stradale aggravato dalla fuga Francesco Monteleone, il quale avrebbe detto: “non me ne sono accorto”. Versione, questa, che stride con gli elementi raccolti in queste ora da inquirenti e investigatori tra cui la telefonata, senza risposta, seguita da un messaggio WhatsApp inviato dal camionista al suo avvocato subito dopo la tragedia.
Stando a quanto emerge dagli atti che hanno portato alla richiesta di custodia cautelare in carcere per il 24enne, la Procura ritiene che il giovane – risultato negativo alle analisi su alcol e droghe – si fosse accorto, malgrado le sue prime dichiarazioni, di aver investito sulle strisce la donna. La quale è riuscita a salvare la vita ai suoi gemelli dando una spinta al passeggino. Infatti, in base agli accertamenti, l’investimento non sarebbe avvenuto nel cosiddetto “angolo cieco” (il camion aveva i dispositivi, ma non erano comunque attivati), ma si sarebbe trattato di un “impatto frontale” che ha riguardato non una ma” quattro persone”.
L’impatto sarebbe stato frontale, la nonna dei piccoli sbalzata per otto metri
E tra l’altro, la nonna dei piccoli, sbalzata per otto metri, e gli stessi bambini, dopo l’incidente sarebbero stati ben visibili, perché erano dal lato del guidatore. In più il camionista, nell’immediatezza dell’investimento, come dimostrano le telecamere di sorveglianza, si è fermato “per quattro secondi” prima di ripartire e raggiungere una cava ad Arluno e continuare a lavorare come se niente fosse. Tutto ciò nonostante il teste oculare, al volante della sua macchina, così come altri automobilisti, hanno iniziato a suonare il clacson per tentare di avvertirlo e fare in modo che accostasse e scendesse dal tir per prestare soccorso. Infine, per verificare se quando ha travolto la donna fosse al cellulare, gli è stato sequestrato il telefono.
Il quadro venuto a galla in 24 ore ha portato il pm Biondolillo a parlare di gravi indizi e ad indicare, l’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione del reato. Il 24enne, che non ha precedenti penali ed è difeso dall’avvocato Roberto Tournier, sarà interrogato domani dal gip Alberto Carboni che dovrà decidere sulla richiesta del pubblico ministero. Il marito della donna ha riferito che non ha nessuna intenzione di perdonare chi ha tolto la vita alla madre dei suoi figli.
Il sindaco Giuseppe Sala ha fatto visita alla famiglia di Rocio “per portare le condoglianze ma anche per vedere se potevamo aiutarli prima di tutto per il rilascio della salma e poi per il funerale. È l’esempio di una famiglia di immigrati che si è integrata in maniera eccezionale. La signora lavorava di notte infermiera al Pio Albergo Trivulzio e di giorno studiava per diventare infermiera, il marito fa il falegname. Una famiglia straordinaria, purtroppo è una tragedia” – ha affermato. La donna stava per ottenere la cittadinanza italiana. Originaria di un paese vicino Lima, in Perù, viveva a Milano da 18 anni.
Chi era la 34enne investita in viale Renato Serra, il presidio per ricordarla
Un presidio si è svolto a Milano la sera di giovedì 12 dicembre all’incrocio tra viale Renato Serra e viale Scarampo Rocio Espinoza Romero. La manifestazione, intitolata ‘Fermiamoci tutti’, è stata promossa da Città delle Persone, che chiede un giorno di lutto cittadino e un blocco totale del traffico sabato 21 dicembre o il giorno dopo. Centinaia le persone presenti alla manifestazione pacifica, compresi molti componenti della comunità peruviana ed esponenti di varie associazioni. Alla manifestazione ha partecipato anche il marito della donna, Josè.