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Botafogo, storico trionfo in Libertadores in 10 uomini: la favola dell’ex muratore, i video della festa

Il Botafogo vince la Libertadores 2024. Nella finale tutta brasiliana giocata al Monumental di Buenos Aires, la casa del River Plate, il Fogao guidato dal portoghese Artur Jorge ha la meglio sull’Atletico Mineiro per 3-1 dopo aver giocato in dieci per tutta la partita.

Il Botafogo supera l’Atletico Mineiro e vince la prima Copa Libertadores: dopo 29 secondi era in inferiorità numerica

Dopo 29 secondi, infatti, una folle entrata di Gregore che colpisce al volto Fausto Vera viene punita col rosso ma nonostante l’inferiorità numerica Luiz Henrique (35′) e Alex Telles su rigore (44′) permettono al 
Botafogo  di andare al riposo avanti di due gol. Nella ripresa l’ex Napoli Edu Vargas prova a riaprirla ma a recupero inoltrato arriva il definitivo 3-1 di Junior Santos che scrive una pagina di storia.

Per il Botafogo si tratta del primo successo di sempre (non si era mai spinto oltre le semifinali, l’ultima nel ’73) ed è la seconda squadra a laurearsi campione dopo l’Estudiantes nel 2009 partendo dai preliminari. Ma non solo: la Libertadores alzata al cielo di Buenos Aires vale anche un biglietto per il nuovo Mondiale per Club della prossima estate. Si completa dunque il roster delle 32 squadre – per l’Italia ci saranno Inter e Juventus – che il 5 dicembre a Miami (ore 19 italiane) saranno sorteggiate in otto gruppi da 4.

All’Atletico Mineiro – che nove giorni fa aveva fatto 0-0 nello scontro diretto di Belo Horizonte contro quella che è comunque la capolista del campionato brasiliano – resta invece solo il rammarico per essersi lasciato sfuggire la seconda Libertadores dopo quella vinta nel 2013.

La favola di Junior Santos

Lo storico trionfo del Botafogo porta anche la firma del 30enne Júnior Santos che è arrivato al grande calcio dopo una lunga gavetta e quando quasi non ci sperava più. Ha lavorato a lungo come muratore e come cassiere in un supermercato. Per mangiare ha fatto mille sacrifici e tanti lavori nel suo quartiere prima di spiccare il volo e diventare professionista solo a 22 anni.

Si è cimentato in diversi club senza successo e nei tornei amatoriali lo pagavano fino a 70 dollari. Guadagni che gli hanno permesso di mantenere la famiglia. Ma ‘quando è cresciuto’ (ottimo per il calcio, ovviamente) ha trovato un’opportunità in Osvaldo Cruz, della quarta divisione del Paulista e ha iniziato a scalare.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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