Silvana La Rocca, il figlio ha confessato l'omicidio
Silvana La Rocca uccisa a Leporano, il figlio confessa: ‘Mi faceva mangiare carne umana’
15 Novembre 2024 - 13:26
La piccola Camilla ha ingerito una pila
Siena, bimba di un anno e mezzo morta dopo dimissioni e nuovo ricovero: ‘Aveva ingoiato una pila’
15 Novembre 2024 - 21:43
Silvana La Rocca, il figlio ha confessato l'omicidio
Silvana La Rocca uccisa a Leporano, il figlio confessa: ‘Mi faceva mangiare carne umana’
15 Novembre 2024 - 13:26
La piccola Camilla ha ingerito una pila
Siena, bimba di un anno e mezzo morta dopo dimissioni e nuovo ricovero: ‘Aveva ingoiato una pila’
15 Novembre 2024 - 21:43

Senzatetto usato come bersaglio umano per provare la pistola: tre giovani arrestati a Bari

Il casolare dove viveva il senzatetto ucciso

“Mi ha detto che non sapeva neanche che la persona uccisa era indiana. Lui voleva utilizzare la pistola contro una persona che si trovava nel casolare, per verificare che l’ ‘arma funzionasse bene. Mi ha detto anche, mio ​​zio, che lui ha mirato alla testa e che la vittima è morta al secondo colpo”. A parlare agli inquirenti è il nipote di Paolo Natale Guglielmi, il 21enne (fratello del padre Luigi, anche se più piccolo) finito in carcere a Bari con l’accusa di aver ucciso il 38enne indiano Nardev Singh in un casolare abbandonato del rione barese di Ceglie del Campo in di via Giovanni De Candia.

In manette il 21enne Paolo Natale Guglielmi, un 18enne e un minore per l’omicidio del senzatetto Nardev Singh

L’omicidio del senzatetto risale 31 maggio scorso. Finiti in carcere, con la stessa accusa, anche un minorenne e un 18enne, minore all’epoca dei fatti. A Guglielmi è contestata l’aggravante della minorata difesa, altri tre 21enni sono indagati a piede libero per aver favorito la fuga degli aggressori. Dopo l’omicidio, Michele Vincenzo avrebbe videochiamato lo zio: “mi resi conto che rideva”, ha detto. Il giorno dopo, come messo a verbale dal 22enne, “tutti e tre vennero a casa e mi dissero cosa era successo: Paolo Natale aveva sparato due colpi per provare l’arma su una persona e verificare che effettivamente fosse in grado di provocare danni seri “.

Secondo quanto raccontato da Michele Vincenzo Guglielmi, arrestato di recente con l’accusa di violenza su una 16enne, la mattina di quel giorno lo zio e gli altri due avrebbero comprato da un minore per 250 euro una pistola a salve, modificata, da usare per vendicare uno sgarbo (uno schiaffo) che Paolo Natale aveva subito due anni prima da due esponenti del clan Strisciuglio, rivale del clan Di Cosola di cui Luigi Guglielmi è considerato il capo. Inizialmente, quindi, avrebbero provato la pistola contro gli oggetti.

Poi la stessa sera, intorno alle 22:15, tutti e tre si sarebbero recati all’esterno del casolare e, dopo aver richiamato l’attenzione dei senzatetto che erano all’interno (oltre alla vittima ce n’erano altri di nazionalità indiana, pakistana e italiana), Gugliemi avrebbe sparato due colpi contro Singh, uno dei quali lo ha centrato al petto causandone la morte quasi immediatamente. Singh, irregolarmente in Italia dal 2006, viveva di espedienti, aveva lavorato in una pescheria e nel giro di qualche giorno avrebbe iniziato a lavorare in un fruttivendolo. Fino a pochi minuti prima stavo riposando.

La pistola a salve modificata acquistata da un minore, la vittima utilizzato come bersaglio dopo aver sparato contro gli oggetti

Le indagini della squadra mobile di Bari, coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis, hanno consentito quasi subito – attraverso le videocamere della zona – di identificarne i tre. Ma la parte difficile, secondo quanto detto dallo stesso Angelillis in conferenza, è stato ricostruire lo “sconvolgente movente” dell’agguato, quello di “usare una persona come bersaglio“. Il gip Giuseppe Ronzino, nell’ordinanza di custodia cautelare, ha giudicato l’azione “agghiacciante e sconsiderata” e il gesto “efferato e atroce”, sottolineando la “proclività a delinquere” di Guglielmi (“legato a doppio filo agli ambienti criminali dell ‘entroterra barese”) “assolutamente non comune”. 

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *