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Anastasiia uccisa con 29 coltellate a Fano: ex condannato all’ergastolo, maxi risarcimento al figlio

Omicidio di Anastasiia Alashri: ergastolo all'ex marito

Il Tribunale di Pesaro ha condannato in primo grado all’ergastolo, per omicidio volontario, Moustafa Alashri, 43enne di origine egiziana, che nella mattina del 13 novembre 2022 uccise, con 29 coltellate, nel suo appartamento in viale Trieste a Fano, sua ex moglie Anastasiia, 23enne di origine ucraina, con la quale aveva avuto anche un figlio.  

Ergastolo e revoca della potestà genitoriale per Moustafa Alashri, risarcimento da 300mila euro al figlio

L’uomo confessò il delitto e di aver chiuso il corpo della moglie in una valigia, la stessa che la coppia aveva usato per fuggire dall’Ucraina, per poi abbandonarla in un campo agricolo; fu arrestato a Bologna mentre cercava di fuggire. All’imputato è stata inoltre tolta la potestà genitoriale ed è stato condannato a risarcire con 300mila euro il figlio minore, attualmente in Ucraina adottato dai nonni. La sentenza è stata pronunciata della Corte d’Assise di Pesaro dopo una camera di consiglio iniziata stamattina intorno alle 10, e conclusa alle 15:00.

“Soddisfatti della pena perché ha riconosciuto le aggravanti e ciò era fondamentale affinché venisse dato l’ergastolo, il risarcimento è inferiore rispetto a quella che avevamo chiesto ma era prevedibile visto che i 10 milioni di euro richiesti rappresentavano una cifra simbolica, come già detto altre volte, per evidenziare quanto una simile perdita non sia quantificabile per un figlio. In un processo simile non vince nessuno”. Così gli avvocati della parte civile, Roberta Giuliacci e Giuseppe Giangrande. “La pena è giusta ma – osservano inoltre i legali – abbiamo un bambino che ha perso entrambi i genitori”.

‘Pena giusta, c’è un bambino che ha perso entrambi i genitori’

L’invito a tutte le donne “a denunciare” perché “il mondo è cambiato. Si parla di donne forti e parità dei sessi ma le donne in realtà sono sempre più vittime. Bisogna fidarsi della giustizia” poiché secondo loro quella mattina di novembre “Anastasiia ha fatto solo un errore: andare lì da sola. Se fosse andata con qualcuno probabilmente oggi sarebbe ancora viva”. Di tutt’altro parere è invece l’avvocato della difesa, Ciro Giordano che annuncia di essere “già pronto a fare ricorso soprattutto in merito alle motivazioni che hanno portato all’esclusioni delle attenuanti che abbiamo invocato e non sono state riconosciute” ritenendo che la sentenza sia frutto “dell’onda del momento”.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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