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18 Luglio 2019 - 10:02Donne, sesso, lussuose camere d’albergo, e tariffe da capogiro. Abbiamo intervistato Igor Gigolò, che ci ha permesso di vedere questo mondo, ancora sommerso e pieno di stereotipi, con occhi diversi.
Perché hai deciso di diventare un Gigolò per donne?
È iniziato tutto per gioco, dopo aver visto un film, mi sono interessato al mondo dei Gigolò, mi sono documentato cercando di capire come funzionava il mercato e dopo poco tempo ho iniziato con degli annunci gigolo gratuiti sul web.
Nei miei primi scatti mi nascondevo, non mostravo il volto, solo le labbra e il corpo. Poi ho capito che dovevo mostrarmi, perché la donna vuole essere rassicurata, vuole fidarsi e sapere chi incontra. E mi sono mostrato in maniera elegante e sensuale, senza troppi eccessi, senza mai trascendere nel volgare.
E mostrandomi ho trovato la via del successo.
La donna che sceglie te come accompagnatore, che tipo è?
La maggior parte sono donne in carriera, manager, sulla quarantina, oppure ex compagne ed ex mogli di personaggi importanti.
Le donne che mi scelgono sono tutte diverse da loro, non c’è uno stereotipo. Tutte però, indipendentemente dall’età, hanno voglia di provare ancora delle emozioni. Ho incontrato ragazze di vent’anni, donne si sessant’anni, trentenni.
Queste donne cercano un professionista, per colmare un vuoto, o meglio la noia, provata dopo anni di rapporti struggenti e con poche attenzioni da parte dei compagni e dei mariti. E le donne più ricche sono quelle che più di tutte soffrono di noia, perché hanno tutto, ma in realtà non hanno nulla.
La prima volta che ho visto la noia sul volto di una donna è stato quando ho incontrato una modella di Milano, ed è stata una sensazione bruttissima.
Incontrano me per cercare un’emozione, una carezza, un po’ d’affetto. Per tutte queste donne oltre ad essere un accompagnatore professionista, sono una garanzia, al di là del fattore emotivo, anche per quanto riguarda la privacy.
Quali sono le richieste da parte delle donne che ti contattano?
Il servizi più richiesti sono quello di finto fidanzato e la cena e dopocena.
In questi casi non è detto che però ci sia del sesso, capita spesso che non si va oltre, perché ad alcune donne basta semplicemente la mia compagnia. Io sono pagato per la compagnia.
Il sesso quando c’è, è frutto della serata, avviene in modo molto naturale, è la ciliegina sulla torta.
Mi contattano anche solo per andare a teatro, a delle cerimonie, a concerti. Per molte sono un diversivo, uno spasso, uno sfizio, per altre invece sono l’inizio di un cambiamento.
Alcune donne non provano più da tempo forti emozioni per via dei loro rapporti logori e preferiscono pagare un accompagnatore per donne pur di non andare con il primo che incontrano per non essere giudicate.
Un Gigolò è per loro una sicurezza.
La donna che contatta un Gigolò cerca un’esperienza a 360° che va al di là della trasgressione?
Certo! Non è solo una trasgressione, una curiosità, ma spesso diventa un’esperienza di vita. Parlo tanto di Boyfriend Experience, ovvero passare del tempo limitato con un uomo per qualche ora, una serata, una cena, un weekend, un viaggio, e pensare che sia il proprio fidanzato o compagno, anche se a pagamento.
La boyfriend experience dona alla cliente la sensazione di avere un fidanzato sia fisicamente che emozionalmente.
Non dimentichiamoci che dietro un Gigolò professionista c’è un uomo.
E il fatto di essere un vero uomo mi consente di trasmettere quello che c’è dentro di me e grazie a ciò ricevo molti feedback positivi da parte delle mie clienti, che mi rendono soddisfatto della mia persona in primis e del mio lavoro poi.
Il tuo è un lavoro molto totalizzante che invade anche il privato, come fai a scindere le due cose?
La vita privata e quella professionale convivo
All’inizio è stato difficile, ma ora non c’è più differenza, quello che sono lo devo anche alla mia famiglia solida e bella, che ha rispettato e sostenuto questa mia scelta.
Ed è importante avere il sostegno dei propri cari. Spesso mi piace concedermi dei momenti stando con loro, perchè è sbagliato concentrare le proprie energie solo sul lavoro.
Molto lo devo anche alle mie amicizie, che continuo a coltivare e a mantenere vive. Ho bisogno dei miei spazi. La vita privata è fondamentale anche per me, e non bisogna mai rinunciarci.
Ti piacerebbe se lo Stato riconoscesse il tuo lavoro come una professione?
Lo Stato mette nello stesso calderone Gigolò, accompagnatori e prostituzione. Questa mancata differenziazione mi fa tanto male, perché è come essere paragonato a delle realtà di strada e di appartamento, che non mi rispecchiano.
Io farei una distinzione anche tra escort per donne ed escort per uomini.
Con il mio avvocato e il mio commercialista ho legittimato la mia posizione sia legalmente che fiscalmente.
Il lavoro di accompagnatore, ci tengo a sottolinearlo, non va inteso come prostituzione, anche se per il nostro Stato lo è. Concedere, anche se a pagamento, la propria compagnia o il proprio corpo, nel caso del Gigolò, non è reato.
Spero che presto questo mestiere, che è il più vecchio del mondo, venga regolarizzato.