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14 Agosto 2024 - 22:37L’mpox, il cosiddetto Vaiolo delle scimmie, costituisce una nuova un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale (Pheic). La ha proclamato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus al termine di una lunga riunione del comitato di emergenza chiamato ad analizzare i rischi connessi all’epidemia partita nei mesi scorsi dalla Repubblica Democratica del Congo.
Vaiolo delle scimmie, il presidente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’emergenza di sanità pubblica
“Oggi il comitato di emergenza si è incontrato e mi ha informato che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Ho accettato questo consiglio” – ha affermato Tedros. Già l’Africa Cdc aveva proclamato l’emergenza su scala continentale. La preoccupazione, ha spiegato Tedros, è legata ad almeno due fattori. Innanzitutto, le dimensioni dell’epidemia, che ha fatto registrare nella sola Repubblica Democratica del Congo oltre 14 mila casi e 524 decessi nella prima metà dell’anno, superando già il bilancio dell’intero 2023. A ciò si aggiunge “il rilevamento e la rapida diffusione di un nuovo clade [ceppo, nda] di mpox nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, il suo rilevamento nei Paesi vicini che non avevano precedentemente segnalato la malattia, e il rischio di un’ulteriore diffusione in Africa e oltre” – ha detto Tedros.
Il nuovo ceppo di mpox si diffonde rapidamente: focolai presenti anche fuori dal continente africano, 524 decessi in Congo
Nell’ultimo mese sono stati segnalati circa 90 malattie dovute al ceppo 1b del virus mpox in quattro Paesi confinanti che non avevano mai segnalato la malattia in precedenza: Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda. Sullo sfondo, poi, ci sono i diversi focolai dovuti ad altri ceppi in Africa e fuori dal continente. Da qui la decisione di dichiarare l’emergenza, che “è il più alto livello di allarme sotto la legislazione sanitaria internazionale” – ha precisato Tedros.
In precedenza era stata dichiarata solo per l’influenza suina nel 2009, per la polio (2014), per ebola (nel 2013 e poi, nuovamente, nel 2019), per Zika,(2016), per Covid (2020) e per la precedente epidemia di mux nel 2022. Intanto, la risposta all’epidemia è già iniziata. L’Oms ha annunciato di aver messo a punto un piano di risposta che richiede un investimento iniziale di 15 milioni di dollari. 1,45 milioni sono stati già stanziati dall’Oms e altre risorse saranno stanziate nei prossimi giorni; si attende un contributo anche da altri donatori.
L’Europa è stata la prima a muoversi. L’autorità per le emergenze sanitarie europee Hera (Health Emergency Preparedness and Response Authority) ha annunciato di avere acquistato 175 mila dosi di vaccino anti-mpox da donare ai paesi africani. Altre 40 mila dosi saranno donate dall’azienda produttrice Bavarian Nordic. I vaccini saranno distribuiti dal Cdc africano. Hera donerà anche 3,5 milioni di euro entro l’inizio dell’autunno per rafforzare la capacità di test e sequenziamento del virus del Vaiolo delle scimmie nella regione. Per quel che riguarda i vaccini, il problema, al momento, sembra più l’accesso da parte dei Paesi più interessati dall’epidemia che la disponibilità.
In Europa acquistate 175 mila dosi di vaccino anti Vaiolo delle scimmie da donare ai paesi africani
Circa 500 mila dosi di vaccino contro l’mpox MVA-BN, prodotto da Bavarian Nordic, potrebbero essere già nella disponibilità del produttore e altri 2,4 milioni potrebbero essere prodotti per la fine dell’anno, ha detto Tim Nguyen, a capo della Unità di Preparazione agli Eventi ad Alto Impatto dell’Oms. “Nel 2025 – ha aggiunto Nguyen – potrebbero essere prodotti altri 10 milioni di dosi”.
A queste si potrebbero aggiungere le dosi che “diversi Paesi hanno già accantonato e che potrebbero donare se altri Paesi ne hanno bisogno”. Per un secondo vaccino, LC-16, che costituisce un prodotto “non commercializzato ma al momento prodotto per conto del governo del Giappone”, ha precisato Nguyen, nella precedente epidemia “il Giappone è stato molto generoso e ha donato i vaccini a Paesi” che ne avevamo bisogno. “Siamo al lavoro per facilitare la donazione
delle riserve di LC-16″, ha aggiunto Nguyen