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Gaming, potenzialità e zone d’ombra di un settore in crescita

Gaming, potenzialità e zone d’ombra di un settore in crescita

L’espansione dell’universo gaming è ormai sotto gli occhi di tutti. Pubblico in aumento, numero di videogiocatori in espansione, giro d’affari in costante crescita. Il gaming ha smesso di essere un settore di nicchia, legato esclusivamente ai giovani o a più nerd, ed è diventato un fenomeno di massa, un elemento culturale del nostro tempo.

Eppure non mancano criticità, questioni da risolvere, problemi da affrontare. Perché il grande successo dei videogiochi e dei giochi online, di oggi e di domani, passa anche attraverso la risoluzione di questi ostacoli.

Un giro d’affari da oltre 2 miliardi

Secondo i dati raccolti da Giochidislots, l’Italia è un paese dove i videogiocatori sono 13 milioni, ovvero il 31% della popolazione tra i 6 e i 64 anni, inclusi i giocatori occasionali. Un business che ha fatto registrare incassi per 2 miliardi e 300 milioni di euro, una crescita di 5 punti percentuali rispetto al 2022. Così facendo il nostro paese si colloca tra i cinque mercati più importanti in Europa per il settore, con una crescita complessiva del 28% dal 2019 ad oggi. Continua ad essere importante la componente hardware, dalla cui vendita arriva una parte significativa di questo fatturato, pari al 29%, (con una crescita del 63% rispetto all’anno precedente, trainata soprattutto dalla messa in commercio di console di nuova generazione).

Volendo stilare un identikit del giocatore medio italiano possiamo dire che l’età media è quella dei 30 anni, con una netta prevalenza di uomini, 8 milioni, rispetto alle donne, 4,9 milioni e un’età media di 31 anni. Entrando nel dettaglio del discorso anagrafico, però, c’è un dato che vale la pena sottolineare: se non ci si deve stupire degli oltre 3 milioni di giocatori di età compresa tra i 15 e i 24 anni, tutto un altro sapore invece hanno i 3 milioni di giocatori over45. Una statistica che conferma la componente intergenerazionale del gaming, che ha colonizzato non solo la fascia più giovane, quella dei millennials e della Gen Z, ma anche profili più maturi.

Attenzione ai rischi

Un settore in crescita a livello economico e di pubblico, un’attività che può offrire benefici diversi (dal divertimento alle abilità cognitive) ma che nasconde anche alcuni rischi. Che si devono conoscere proprio per evitarli, prevenirli e rimuoverli. Tra questi menzioniamo in prima battuta la dipendenza da videogiochi, un problema particolarmente importante per i nostri giovani. Isolamento sociale, problemi di salute mentali, difficoltà scolastiche o affettive, possono solo essere dei segnali di questo tipo di dipendenza, legata a un eccessivo tempo trascorso davanti a schermi e cellulari, abitudini che possono avere conseguenze importanti anche sul fisico (dagli occhi alla schiena, passando per problemi legati al sonno).

Ecco perché è importante fare sensibilizzazione sia a livello di comunicazione che a livello educativo, magari nelle scuole. Dove i videogiochi possono entrare anche come strumento didattico. Uno strumento di cui si devono conoscere le potenzialità ma anche i rischi. Proprio per evitarli e per rendere il gioco solo un semplice passatempo.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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