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8 Giugno 2024 - 20:58Un padre norvegese ha dovuto ricorrere ad uno psicologo dopo aver scoperto che la performer 23enne che pagava su OnlyFans per messaggiare e scambiare foto audaci era la figlia.
La terapista Tone Haldorsen: ‘Devastato dall’aver scoperto che la ragazza di OnlyFans che pagava era la figlia’
La vicenda è stata raccontata dalla terapista Tone Haldorsen che ha spiegato che il genitore, sposato, era talmente sconvolto di quanto era accaduto con la figlia da aver avuto pensieri suicidi. L’uomo ha riferito che alcuni suoi amici gli avevano consigliato di contattare una digital creator per adulti di OnlyFans che realizzava contenuti espliciti senza mostrare il suo volto.
Con il trascorrere del tempo l’uomo ha iniziato a provare qualcosa per la misteriosa performer ed ha cercato di scoprire la sua identità nella speranza di poterla incontrare dal vivo. Quando è riuscito a risalire all’identità della giovane ed ha scoperto che si trattava della figlia gli è caduto il mondo addosso. “Non potevo riconoscerla perché ovviamente non avevo mai visto mia figlia nuda”.
Per l’uomo è stato uno choc e quando ha compreso che quella scoperta poteva essere distruttiva per lui ha deciso di rivolgersi alla specialista Tone Haldorsen. “È venuto da me quando pensieri suicidi hanno iniziato ad apparire nella sua mente”.
‘É venuto da me perché pensava al suicidio, ora il rapporto con la figlia è migliorato’
Quanto era accaduto aveva praticamente distrutto il rapporto con la figlia. “Il pensiero del padre di avere rapporti intimi con la figlia lo ha fatto ammalare fisicamente. Quel corpo era stato la fonte delle sue fantasie… e della sua infedeltà. Quando l’ha scoperto ha pensato che fosse a dir poco disgustoso”.
Con il tempo e il supporto della sessuologa il rapporto tra padre e figlia è migliorato. Secondo quanto riferito dalla terapista la 23enne utilizza ancora OnlyFans e la madre non conosce ancora la verità sullo scomodo incontro familiare. Il padre e la figlia hanno dato al terapeuta l’approvazione scritta a raccontare la loro storia per disincentivare l’utilizzo di profili anonimi.