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Elia mangia un formaggio e muore per una rara sindrome a 3 anni dopo 50 giorni di agonia

Neonato ferito durante una lite tra genitori in strada a Borzonasca

É morto ad appena tre anni dopo 50 giorni di calvario al Gaslini di Genova per una rara Sindrome emolitico-uremica provocata da un’infezione batterica di Escherichia coli (Seu) causata da un formaggio con latte crudo non pastorizzato.

Il calvario di Elia è iniziato il giorno di Pasquetta dopo aver consumato un formaggio durante la vacanza a Livigno

L’odissea del piccolo Elia e dei suoi genitori è iniziata il giorno di Pasquetta quando i genitori, originari di Arenzano, si sono recati di corsa in ospedale in quanto il piccolo aveva iniziato ad accusare disturbi neurologici. “Non riusciva a stare sul letto, a tenere il biberon in mano ed a stento camminava” – ha raccontato papà Marco che con la moglie Sonia ha vissuto giorni di passione nella speranza che il figlio riuscisse a scacciare via quei batteri che stavano consumando il suo corpicino.

Elia è deceduto il 21 maggio ma i genitori, entrambi operatori della Croce Rossa, ora stanno portando avanti un’altra battaglia per evitare ad altri genitori di vivere il loro dramma. “Non dovrà succedere mai più a nessun bambino, questa sarà la mia battaglia” – ha detto il papà a Genova Today.

L’infezione da Escherichia coli ha provocato la Sindrome emolitico-uremica che ha stroncato il piccolo: la battaglia del papà

A provocare l’infezione da Escherichia coli che ha scatenato la Sindrome emolitico-uremica è stato un formaggio che la famiglia aveva acquistato da un’azienda casearia durante una vacanza a Livigno. Con tutta probabilità si trattava di un prodotto con latte crudo non pastorizzato. A riguardo sono stati fatti dei test anche allo Spallanzani di Roma. Com’è stato evidenziato da alcuni esperti i prodotti contaminati da Escherichia coli possono essere letali per i bambini inferiori a 5 anni in quanto può subentrare la Seu com’è accaduto al piccolo Elia.

“Sulle etichette non c’è un dettaglio tra i prodotti a latte crudo e quelli a latte pastorizzato e questa cosa deve cambiare” – ha sottolineato il padre del bimbo che ha rimarcato quanto sia importante sensibilizzare i produttori locali per evitare che si ripetano nuovi drammatici casi.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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